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/  Indice forum » Tutti in sella » Mototurismo » [MT] Itinerari e report

     ≡  [Report]Da Como, per caso (lungo)


  
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Bandito
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theowl
Messaggi: 185
Iscritto dal: 29/1/2005
Da: Prima Castronno (VA) poi Villa Guardia (CO) ora Castronno (V
Su: B65s blu: The Gate
# 1 ≡ [Report]Da Como, per caso (lungo)
»18.02.08 - 16:45
Domenica, una Dolce Fanciulla mi aspetta in quel di Como.
Lei è reperibile e devo andarla a consolare.
Dopo pranzo vado in camera a cambiarmi i jeans da combattimento
e li, appoggiati su di una sedia, vedo i pantaloni da moto.
"Quasi, quasi... ma fa freddo... però... e solo fino a Como... ma si dai, mi copro bene e via!"
Vestizione: pantaloni, stivali, maglione, pile antivento,paraschiena, giacca. Recupero chiavi,
casco, sottocasco, guanti, trasmettitore del garage e mi avvio.
Molte persone danno nomignoli alla propria moto e li capiscobenissimo.
Il mio B65s si chiama, per motivi che non sto a spiegare, "The Gate: il Cancello"
ed è l'unica moto costruita in giappone che parla solo ed esclusivamente in
dialetto varesotto.
Arrivo in garage e, mentre lo porto fuori (il Cancello è maschile anche se bisbetico
come una vecchia zitella) lui mi fa.
"Uela! Indua l'è c'andem?"
"A Como, a trovare la mia Fanciulla"
"L'era ura. Cià, piza su'l mutur cal fa frec"
Giro la chiave nel quadrante, tiro l'aria, mi allaccio il paraschiena, il pile, la giacca e mi infilo il
sottocasco "Alura! Sun mia chi duma a fa fora ul lum... pizam!"
Tiro la frizione e lui parte al primo colpo. Lascio salire di giri, mollo la frizione, mi infilo il casco,
lo allaccio, gli occhiali, chiudo il collo del pile e della giacca.
"Uhe, caghè, quand ca te fini da fas a riga in mez sa movum"
Guanti, indietro l'aria, in sella, su il cavalletto, frizione.
Prima marcia e via, almeno sta zitto.
Durante la marcia il Cancello pensa a camminare e sta zitto, un grande passo avanti.
Mi avvio verso Como. Gazzada, Lozza, Vedano Olona...
Fa freddo, ma non così tanto. Sono coperto bene e non lo sento. La strada ormai la
conosco piuttosto bene. Andatura normale, passo le auto più lente e macino i pochi
chilometri che mi separano dalla destinazione. Arrivo a Como e trovo la Dolce Fanciulla
ad aspettarmi, la saluto, due parole e subito squilla il telefono.
"Si, si, va bene arrivo!"
"Quanto ci vuole?"
"Non lo so. Fai così, se non mi senti etro mezzora vai a casa"
"Va bene, intanto mi faccio un giretto in centro"
Mi porto in centro a como e lascio The Gate in un parcheggio riservato moto quasi
completamente vuoto ad un passo dal duomo.
Como è una bella città con una bella zona pedonale, un bel lungolago (parzialmente
transennato) delle belle piazze e altro ancora. Passa una mezzora, anche di più,
e decido di alzare le tende. Come arrivo al parcheggio lo sento che insulta una hornet
nuova di pacca parcheggiata al suo fianco.
"L'è mia bel quel ca le bel, l'è bel quel cal pias. Ma ti te se propri bruta"
"Dai tranquillo"
"Vabè ca mi sun un zik in carne, ma li ghe taca nagot"
"E' una moto più potente di te, ti svernicia quando vuole"
"Uhe, fighetto, sara mia ca la ta pias, ne?"
"No, non mi piace, però ne ammetto le qualità"
"Ma l'è bruta, osti..."
"Andiamo"
"Sa te ste a vide la ga la dinamo in sul cerciun par piza ul lum, cum ul bicicletun che te
taca su in dul box"
Prima marcia e via, almeno sta zitto.
Dopo un paio di curve mi fermo a mettermi a posto il collo
della giacca.
"Indua 'ndem"
"A casa"
"A som a Como, e te vorat 'nda ca? Mezzapippa!"
"Come sarebbe a dire"
"Pica fora la frecia a destra, val d'Intelvi e via..."
"Ma fa freddo..."
"Vabè ca te se vec, ma osti, in nanca i quatr'ur e te vet a ca?
Fom un giret dai, Bellagio, Lanzo, Menaggio, quel ca te vorat"
Prima marcia e via, almeno sta zitto. Freccia a destra, direzione Menaggio e intanto penso
se fare la val d'Intelvio o Porlezza.
Metto la quarta, non c'è traffico, passo un paio di turisti che dormono alla guida e ho la
strada tutta per me. Vado piano, come sempre. Sono in assoluto il secondo uomo più
lento nella storia del motociclismo e comincio a guardarmi in giro.
Strada, specchietti, panorama. Strada, specchietti, panorama.
Il lago è blu ma, a causa della giornata nuvolosa sembra grigio.
Le montagne di la del lago conservano sulla cima qualche spruzzo di neve che, di tanto in
tanto, sembrano dorarsi quando vengono illuminate da qualche pallido raggio di sole.
The Gate a questa velocita tranquilla sembra correre su di una rotaia e io mi perdo un po
nei miei pensieri ed un po' ad osservare il panorama in continuo mutamento.
Un campanile svetta al livello della strada alla mia destra, più avanti un paese.
Un mucchio di case accatastate l'una sull'altra che sembrano franare verso il lago.
Il parco di una villa, il ponticello che ne unisce le due metà, una di qua e l'altra di la della
strada.
Il freddo non lo sento, sento il rumore del SACS e il piacere di vedere dei posti che,
a questa andatura, sembrano svelare ad ogni curva un loro diverso segreto.
Un campanile particolare, una villa aperta al pubblico (prima o poi ci vado) una stradina
per qualche località dimenticata, un angolo romantico con vista sul lago.
Strada, specchietti, panorama. Strada, specchietti, panorama.
Vedo passare l'inidcazione Lanzo d'Intelvi, ma non ci bado, la strada che sto percorrendo è
troppo piacevole.
Il motore continua a ronfare e la strada a scorrere sotto le ruote.
Arrivo al semaforo di Menaggio e mi accorgo che è da un pezzo che non tolgo la quarta,
la tentazione di continuare su per il lago è forte ma poi prevale il buon senso e svolto per
Grandola e Porlezza. La salita a tornanti invita a tirare un po' di più, ma non è giornata e mi
accontento di starmene in coda ad un'auto. In cima alla salita mi lascio il lago alle spalle e
all'improvviso sento il freddo arrivarmi addosso soprattutto sulle gambe, sulle mani e sui piedi.
Porto le punte dei piedi sulle pedane e stringo bene coi piedi contro la moto, così facendo i
piedi rimangono più protetti. Per le mani non c'è niente da fare, inoltre ho l'impressione
che la frizione sia più dura del solito, mi fa quasi male la mano ad azionarla.
Che freddo. Nei campi rivolti a nord si vede la neve.
Un simpatico cartello lampeggiante recita 0° (zero gradi).
Il lago di Piano Porlezza è per metà gelato e ha tutti i suoi motivi per esserlo.
Arrivando a Porlezza mi prende un crampo all'inguine e mi metto a scalciare a mezzaria
mentre vado, chissà cosa pensano quelli che mi vedono.
"Forse è il caso che mi fermo a sgranchirmi le gambe"
Do un'altra scalciata e il dolore diminuisce fino a sparire.
C'è un momento in ogni giro in cui ti rendi conto che ormai è fatta, non ti rimane che
tornare a casa. A me questo è successo a Porlezza.
La strada tra Porlezza e Lugano è piacevole ma, causa freddo, stanchezza, sole che si
avvia al tramonto, non regge il confronto con quella fatta sul lago di Como.
Mi accodo ad un SUV e me la prendo comoda.
Strada, specchietti, panorama. Strada, specchietti, panorama.
Bello, ma senza il gusto di prima.
Verso le cinque e mezza sono a Lugano e ho freddo.
La strada ora è abbastanza noiosa, un po' perchè l'ho fatta mille volte, un po' perchè ho
goduto oggi di magnifici panorami coi quali il mendrisiotto non può competere.
Gaggiolo, dogana. Ho fatto il bravo per tutto il pomeriggio ora do una tirata sulla
superstrada che porta a Cantello dove, per riscaldarmi il cuore, un altro cartello luminoso
segnala -2°.
Ultimi chilometri. Sulla tangenzialina di Varese vedo due Smart che cercano di superarsi con
una staccata al limite, non ne esce un ciocco solo per caso.
Arrivo a casa, mi fermo, prendo il trasmettitore e apro la porta del garage.
"Uè, par mi te se sempar un luc, ma po ves ca te se mia na mezzapippa"
"Grazie, mio caro Cancello!"
Scendo. Mi spoglio mentre scappo in camera e mi infilo di corsa sotto le coperte.
Per esperienza a me fa meglio che una doccia per riprendermi dal freddo.
Sento il calore del corpo tornare lentamente al suo giusto livello e pian piano,
con un sorrisetto soddisfatto sulle labbra, prendo a sonnecchiare sognando altre
mille strade.

Dedicato alla mia Dolce Fanciulla che intanto lavorava ma era come se fosse
con me ad ogni istante.

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Miki
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Iscritto dal: 26/9/2003
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Su: B12N 1999, XF650 1998
# 2 ≡ [Report]Da Como, per caso (lungo)
»18.02.08 - 17:08
Molto piacevole da leggere, bello stile e buono spunto! :-)

theowl,
Citazione:

"Sa te ste a vide la ga la dinamo in sul cerciun par piza ul lum, cum ul bicicletun che te
taca su in dul box"

Spettacolare :lol:
Mona a venti, mona avanti

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wallace
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Da: MI-modrone
Su: b125S k7
# 3 ≡ [Report]Da Como, per caso (lungo)
»19.02.08 - 22:53
bellissimoooo :-)

"Vabè ca mi sun un zik in carne, ma li ghe taca nagot"
:smile:
Il vero rivoluzionario è guidato da grandi sentimenti d'amore.

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bandigrisu
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Iscritto dal: 16/2/2007
Da: agrigento
# 4 ≡ Re: [Report]Da Como, per caso (lungo)
»22.02.08 - 18:51
non ho capito tanto delle frasi in dialetto...ma se ti va...quando ripassi da como fatti sentire..magari andiamo a mangiare a menaggio...e per arrivarci ci facciamo un bel giro....
Dove gli altri si fermano...arriviamo NOI.

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