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Fefe
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# 11 ≡ Re: c
»09.03.12 - 09:14
boltz,
Citazione:

terry brooks


Soporifero ai massimi livelli.

Per ambientazione fantasy intendo l'ambientazione del Signore degli degli anelli e comunque terre lontane e ambientazioni medievaleggianti, non sono un'amante di universi paralleli, in generale prediligo romanzi ( ma questo indipendentemente dal fantasy ) con protagonisti molto delineati e carismatici.
boltz,
Citazione:

Una cosa come questa


Bellissimo grazie. Problema centrato perfettamente.
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# 12 ≡ Re: c
»09.03.12 - 09:23
da ignorante ad esperti, domanda OT (sorry) :
voi che consumate libri fantasy o pseudo fantasy, si riscortra sano dilemma religioso/intimamente etico o si evita la cosa sfiorandola o deviando il tutto a "complicazioni" da advanceddangeonsenddregons ?
... La seconda birra e' la conferma di bevuta ...

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boltz
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# 13 ≡ c
»09.03.12 - 09:45
G-Spot,
Citazione:

sano dilemma religioso/intimamente etico

non ricordo di fantasy dove la religione abbia un ruolo piu' che marginale

Fefe,
Citazione:

l'ambientazione del Signore degli degli anelli

secondo me, l'esempio de TLOTR e' paradossalmente stato deleterio per il genere: sembra quasi che sia entrata nella testa degli scrittori che quello e' "il fantasy" e quindi se devi scrivere quel genere, devi fare qualcosa di quel tipo.

C'e' tutto un elenco di scribacchini che hanno seguito l'esempio, mancando completamente il punto del fantasy. Devi stupirmi, devo sentire un senso di meraviglia, di "awe".
Non lo fai con nomi strani e accenti improbabili, non lo fai con elenchi noiosi di creature piu' o meno gia' lette e rilette, non lo fai con storie che sono sempre la stessa storia.

Sto leggendo da ieri un magnifico racconto fantasy: The Jungle Book (il libro della jungla) di Rudyard Kipling.

Animali con un loro linguaggio, che hanno leggi, relazioni interspecie complesse e delicate, un cucciolo d'uomo che cresce e impara tra i lupi, con una pantera e un orso come amici e mentori, una ambientazione magica. Fantasy, appunto. 1894
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Fefe
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# 14 ≡ c
»09.03.12 - 12:41
boltz,
Citazione:

non ricordo di fantasy dove la religione abbia un ruolo piu' che marginale


In realtà Su tolkien da questo punto di vista era stato detto molto, sia riguardo Il Signore degli Anelli, sia riguardo il Silmarillion. Quest'ultimo libro, che onestamente mi è risultato un po' ostico, è stato addirittura accostato alla Bibbia ( cosa un po' eccessiva ), in realtà ha dentro un po' di tutto, mitologia nordica, richiami alla grecia etc. etc.

Anche in narnia ci avevano visto qualcosa di religioso ( non ho capito dove ) così come in Pullman. mah , spesso l'interpretazione, anche forzata stà nella testa di chi legge, io non ci ho mai trovato niente di particolare. Tra l'altro lancio un dubbio...l'argomento magia è spesso presente nel fantasy ma la relione cristiana è ostica, per usare un eufemismo, nei suoi confronti. Come uniamo quindi questi due aspetti?


Ahhhh per me la Bibbia è estremamente fantasy.

boltz,
Citazione:

sembra quasi che sia entrata nella testa degli scrittori che quello e' "il fantasy" e quindi se devi scrivere quel genere, devi fare qualcosa di quel tipo.


Hai ragione, ma questo è il problema di ogni letteratura che tenta di dire qualcosa di nuovo. Dan Brown scrive un libro di successo su Leonardo e via tutti a cercare codici segreti a scovare luoghi dei templari, la mayer scrive una saga di successo sui vampri e via denti aguzzi ovunque. da notarsi che tutti i libri hanno lo stesso plot.

Quanti maghetti sono sbucati dopo Harry Potter? ma soprattutto quanti di essi saranno destinati a rimanere nella storia della letteratura? Chi sono Artemius fowl e Percy Jackson, pallide figure che tentano di ricalcare il loro più famoso amico.
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boltz
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# 15 ≡ c
»09.03.12 - 12:54
Fefe,
Citazione:

sia riguardo Il Signore degli Anelli, sia riguardo il Silmarillion

vero, pero' c'e' un po' di confusione, secondo me, tra chi la vede cosi'.

Soprattutto nel Simarillion (che personalmente trovo meraviglioso, in alcuni tratti meglio di TLOTR), c'e' il background storico/epico che sta sotto gli altri libri. Negli altri libri esso e' presente, ma mai spiegato in toto: e' come uno sfondo, ovvio per i personaggi, e che il lettore scopre via via, ma sempre in parte, senza che gli venga spiegato in una lezione di teologia. Come deve essere, secondo me: l'autore deve sapere del mondo che descrive molto piu' di quando scrive nel libro e e' noisissimo e didascalico che ad un certo punto, mentre i personaggi stanno facendo colazione, o attaccando un castello, o attraversando una foresta, il personaggio "sapiente" spieghi per filo e per segno tutta la solfa agli altri personaggi, che in realta' sanno gia' tutto, con il solo scopo di informare il lettore. E' l'analogo dell'orribile letteratura fantascientifica di serie B dove ad un certo punto c'e' la scenetta: "mi spieghi, professore, la storia degli ultimi 2000 anni in modo che io possa capire che minchia ci facciamo dentro gli oceani di titano a combattere insetti superintelligenti affetti da calvizie"

Pero' non la chiamerei religione: non c'e' la presenza "fideistica", cioe' il credere in qualcosa di ultraterreno. Li' l'ultraterreno (anzi, l'ultra-oceanico) c'e', ma e' un fatto, non una credenza cui aderire o meno. Del resto Sauron e' un "dio", ed e' una presenza concreta e attuale durante tutto il libro. Non e' un analogo "diavolo" medioevale, evocato da una fede, ma qualcosa con cui scontrarsi quotidiamanete. Per questo non e' religione.

Mi viene in mente solo ora, una serie, peraltro a tratti molto bella, dove la religione ha un ruolo chiave: quella di Avalon (della M. Zimmer Bradely). Soprattutto nelle nebbie di avalon, il tema principale e' proprio il passaggio, nell'inghilterra tardo-medioevale, dalla religione druidica a quella cristiana.
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rederik
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# 16 ≡ c
»09.03.12 - 13:01
Fefe,
Citazione:

Anche in narnia ci avevano visto qualcosa di religioso ( non ho capito dove ) così come in Pullman. mah , spesso l'interpretazione, anche forzata stà nella testa di chi legge, io non ci ho mai trovato niente di particolare. Tra l'altro lancio un dubbio...l'argomento magia è spesso presente nel fantasy ma la relione cristiana è ostica, per usare un eufemismo, nei suoi confronti. Come uniamo quindi questi due aspetti?


Secondo me nella maggior parte dei casi all'autore non frega una cippa di dare una connotazione religiosa ben definita... E' un problema di atteggiamento da parte della critica di stampo cattolico, che tende a spingere l'interpretazione verso la religione per quanto possibile, e se proprio non ce ne sono gli estremi allora lancia la "scomunica" come con Dan Brown... "o con me o contro di me", insomma...
Non riescono a concepire concetti, situazioni, storie dove la religione è semplicemente irrilevante
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# 17 ≡ c
»09.03.12 - 13:19
OT cinematografica
boltz,
Citazione:

"mi spieghi, professore, la storia degli ultimi 2000 anni in modo che io possa capire che minchia ci facciamo dentro gli oceani di titano a combattere insetti superintelligenti affetti da calvizie"


e' proprio questo "il duello" fra fantascienza+tecnologia fatta-per-fare-i-fighi e vivere la storia narrata : in un universo con star-wars (cche' se ne dica della realizzazione semplificata e bambinesca) la tecnologia viene usata e basta, senza particolari spazi "didattico-didascalici" ... mentre in altri filmaggi a volte si commette l'errore di spiegare, a volte pure fuori luogo, meccanismi che alla sotia non servono o solo per fare scena (stile superarmi, ecc. ecc.)
ora, talvolta "la trueda" che risolve certi film "inutili" si basta proprio su tecnologia nascosta e non spiegata e questo rende ancora piu' cocente la delusioen del colpo di scena.

del resto la spiegazione agli antichi, cioe' i lettori, di certe trovate tecniche, a volte impananta un po' la "solidita' scientifica" (se ce ne fosse bisogno) della pellicola,
e ci sarebbe bisogno di un libro di storia/manuale del mondo per togliere la fame di certe informazioni, impresa forse del tutto eccessiva.
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# 18 ≡ Re: c
»09.03.12 - 13:20
Io, prima di diventare pasriccerona, ho avuto la fortuna di lavorare per sei anni in una immensa libreria...

Per dovere (e sottolineo, per certi volumi, la fatica del DOVERE!) e per diletto, ho letto (e non credo di esagerare...) centinaia e centinaia di libri di qualsiasi genere.

Premesso che il piacere della lettura è talmente soggettivo che credo non possa essere oggetto di discussione, io vorrei sapere cosa abbiate letto di Brooks...

Personalmente, tutti i cicli della saga di Shannara mi hanno appassionato talmente tanto da leggerne uno al giorno (e alla notte, perchè non riuscivo a chiudere il libro!!!). Finita la saga di Shannara ho quindi trepidamente iniziato la saga del Cavaliere del Verbo e qui...vi appoggio in pieno: una noia mortale!

Comunque, letti tutti i fantasy disponibili (Eoin Colfer, papà di Artemis Fowl, l'ha nominato qualcuno?), ho scoperto che mi appassionavano quasi allo stesso modo i romanzi storico-fantasy (tipo Ramses, Alexander...) e i romanzi "d'avventura" di Wilbur Smith... Di fondo c'è una stretta analogia tra questi generi e lo stesso denominatore comune per chi li legge: la voglia di evasione (ok, ma non ditemi di provarci con gli Harmony... :pezzettini: )!

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Paquita
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Da: nel bocs del Capo
Su: Ranauder 250 (......)
# 19 ≡ Re: c
»09.03.12 - 13:20
Spero non abbandoniate il post perchè questo argomento mi piace proprio...

[ Modificato da Paquita 09.03.2012 - 13:22 ]

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# 20 ≡ Re: c
»09.03.12 - 14:16
boltz,
Citazione:

l'autore deve sapere del mondo che descrive molto piu' di quando scrive nel libro


Condivido pienamente e putroppo dove cio' non accade la narrazione diventa leziosa e stentorea. Sembra quasi che lo scrittore abbia bisogno del lettore per costruire il suo castello.
Vivendo, per ragioni lavorative, una realtà molto concreta quando leggo amo essere trasportata dalla fantasia, amo l'imput da parte dello scrittore non amo il piatto già servito.

rederik,
Citazione:

Secondo me nella maggior parte dei casi all'autore non frega una cippa di dare una connotazione religiosa ben definita

Non è semplice come discorso, nella serie di Avalon ( uno dei miei primi amori letterari) il discorso religioso è ben circostanziato e sconfina in realtà storica, in Tolkien l'aspetto religioso io l'ho sempre vissuto come qualcosa di mistico. Tra l'altro il Professor Tolkein era studioso e appassionato di mitologia nordica.

Saltando di palo in frasca in Ken Follet a volte si leggono scritiche non troppo velata alla religione cattolica.
Il caso Dan Brown secondo me è completamente diverso, nel suo furbissimo romanzo ha rimestato argomenti senza fondamento storico per creare qualcosa di volutamente " scabroso". Ovviamente non sto' dicendo che condivido le posizioni della Chiesa dico solo che quando vuoi scrivere qualcosa di quel tipo il fondamento storico deve essere reale ( non esplicitato nel romanzo ma reale ).
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