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/  Indice forum » Tutti in sella » Mototurismo » [MT] Itinerari e report

     ≡  [Report]Giro Europa Occidentale 2008


  
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Bandito
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ropelaia
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Su: Bandit 1250 K9
# 1 ≡ [Report]Giro Europa Occidentale 2008
»05.02.09 - 20:26
C’imbarchiamo la sera del 22 Luglio a Civitavecchia: io ho deciso per la CBF 1000 (che sarà poi sostituita dalla Bandit 1250 Traveller) su cui ho caricato Francesca e bagagli, poi Filippo (Zipippo) col GTR 1400 e Maurizio con l' R1200RT. La nave è una mezza carretta ma in compenso la traversata corre tranquilla fino a Barcellona dove sbarchiamo il 23 alle 16.00.

Pomeriggio del 1° giorno. Per traversare la Spagna, goderne appieno i paesaggi, coglierne l’essenza del territorio e viaggiare in solitaria, si devono evitare sia le Autopiste (AP), sia le Autovie (A) e garantisco che non è assolutamente facile trovare e seguire le Carreteras Nacionales denominate con la lettera N.
La prima tappa volante riguarda il Padiglione Barcellona di Mies Van der Rohe, ma ci perdiamo subito nel traffico perché sia Zippippo che Maurizio con le moto troppo larghe non si riescono a disimpegnare. Ci aspetteranno lungo la strada per Tarragona per il breve tempo della nostra visita.
A Tarragona usciamo dalla strada veloce e cominciamo a divagare per le sinuose strade che, in un panorama incantevole, ci conducono dalla catalogna all’Aragona. Ormai è l’ora di cena e quindi a Valderrobres ci fermiamo in un albergo ottimo per sistemazione e ristorante. Il paese medievale arroccato lungo un fiume è incantevole e la temperatura fresca ci allieta la serata.

2° Giorno. La giornata sarà dura perché dovremo fare oltre 700 senza autostrada. La Spagna si può attraversare quasi tutta in quota: i suoi sterminati altopiani variano dai 700 ai 1300 slm e anche con il torrido estivo il clima secco giova a sopportare la calura. Da Morella facciamo il Passo di Torre Mirò e poi quello de las Cabrillas, della Cantavieja , del Cuarto Pelado, di Villaroja, di Sollavientos, di Capigordo per arrivare alla splendida Teruel visitata l’anno passato. Da qui prendendo per il Passo dell’Hontanar ci s’indirizza verso la Castiglia Mancha passando per Cuenca. I panorami sono sterminati e la campagna è ancora quella vera che con la puzza acre del concime naturale potrebbe divenire l’emblema di questa nazione. Colpiscono i paesi attraversati, privi delle attività commerciali tipiche del resto d’Europa, privi anche di pubblicità e delle autovetture: il tempo è infinitamente più lento di quello urbano e la globalizzazione è ancora molto lontana, è un’altra dimensione che da noi è andata totalmente persa…
Da Cuenca le piantagioni sconfinate ci accompagnano fino a Villacarrillo. Ora siamo già nella Sierra di Cazorla e dopo pochi chilometri arriviamo nell’omonimo centro montano dove ci fermiamo.

3° giorno. La tappa di oggi è il motivo di gran parte del viaggio: mappare il Puerto de Veleta che è il più alto Passo carrabile d’Europa.
Quindi partiamo presto e col fresco, ma subito un’interruzione ci costringe ad un bellissimo fuori programma per il Passo di Tiscar (1172 slm), strada lungo la quale ho rischiato di rimanere a secco, ma i panorami spettacolari avrebbero ripagato il disagio! Poi a sud verso Guadix per aggirare il Massiccio di Sierra Nevada da sotto passando per la spettacolare strada del Passo della Ragua (2040 slm). Ci fermiamo al fresco del bosco per pranzare mentre stabiliamo gli ultimi dettagli per la salita al Pico de Veleta. Sapevo che il transito della strada è sbarrato a Pradollano a quota 2550, perché essendo nel Parco Nazionale di Sierra Nevada l’autorità ha deciso che l’ultimo tratto, verso il Pico de Veleta, non è transitabile se non con un pulmino a pagamento….
Mi ero procurato dei documenti per passare ma un’incomprensione con l’Autorità del Parco (che quando siamo arrivati era chiuso) c’ha lasciato al palo…
Amareggiato mi sono recato fino alla sbarra e ho tentato in tutti i modi di raggiungere il Passo, ma anche il pulmino si fermava a circa un quarto d’ora di cammino sotto il valico e gli orari di andata e ritorno erano incompatibili con i nostri programmi. Comunque dalle informazioni sul luogo, dalla vista (si vedeva tutto dalla sbarra) e da una dettagliata mappa topografica ho potuto verificare che il Puerto de Veleta è effettivamente un Passo perché divide i bacini del Rio Genil e del Rio Guadalfeo, la strada continua bianca fino al Mulhacen (la vetta più alta di Spagna) e porta a sud verso i paesi di Capinera, Travelez e Portugos. E’ asfaltato su tutto il versante di Granada ed è situato a 3229 slm, ma è interdetto al traffico e quindi non classificabile. Caso chiuso!
Per la cronaca il massiccio di Sierra Nevada è completamente glabro e anche se raggiunge quote considerevoli da la sensazione di una zona poco più che collinare. Rispetto agli altri massicci iberici è sicuramente il meno affascinante ed in effetti, come avevo letto, il luogo non vale il viaggio.
Ancora amareggiato decido con gli altri di tornare a Granada e fare il normale turista fino alla ripresa (domani) del lungo cammino.

4° giorno. Da Granada siamo andati ancora più a Sud, verso Malaga passando per la Sierra de Tejera ed il Passo di Leòn, per poi tornare verso Nord attraverso la Sierra de las Nieves e il Passo del Viento sul cui altopiano ci siamo fermati a mangiare sotto una bellissima quercia al riparo dalla torrida calura del Sud Iberico. A questo punto passando per belle strade attorno a Ronda ci siamo diretti verso la Sierra de Grazelema dove tra sterminati campi un nutrito gruppo di grifoni costeggiava la strada saltellando a terra goffi, indisturbati anche dal chiasso dei nostri clacson. Arriviamo a Siviglia a tardo pomeriggio e ci concediamo la canonica visita del bel centro storico.

5° giorno. Da Siviglia ad Avila significa farsi l’Estremadura da Sud a Nord. 500 chilometri con pochissime curve perché il massiccio del Sistema Central va da Est a Ovest ed è buono solo per l’attraversamento trasversale, come quello che abbiamo fatto l’anno passato. Poi c’è l’autovia A66 che non da scampo alla monotonia. Però spolverando il gps ho scovato le vecchie strade Nazionali che hanno consentito una giornata leggermente più movimentata lungo gli sterminati panorami dell’ampio altopiano. Arrivando in Castiglia-Leon ci facciamo gli ultimi 100 chilometri in salita e quindi con molte curve fino alla splendida città di Avila che situata ad oltre 1100 slm ci ha accolto con una degna sistemazione sia ricettiva che gastronomica proprio nella cerchia delle sue imponenti mura vicino la notevole Cattedrale.

6° giorno. Da Avila partiamo con un bel fresco verso i parchi del Manzanares e del Lezoya passando per il Passo di Guatarrama, il Passo di Navacerrad ed il Passo di Navafria. L’asfalto è meraviglioso ed il panorama ricorda moltissimo sia il Trentino, sia i Pirenei di Andorra. Attraversiamo quindi la Castiglia-Leon, la Rioja, la Navarra per arrivare, infine, nell’Aragona settentrionale passando per le spettacolari gole del Salazar. Troviamo un bel pernotto in montagna che ci ripagherà della fatica quotidiana.

7° giorno. Modifico la settima tappa al volo perché Filippo voleva fare più passi Pirenaici possibili. Non mi soffermo sui dettagli. Basta dire che 9 Passi e 490 chilometri di curve per arrivare alle 20,30 a Nord di Tolosa non ci hanno stroncato! Il ricordo della giornata (oltre ai panorami rari) è un gipeto gigantesco che voleggiava maestoso sopra il Passo di Peyresourd, che insieme alle numerose colonie di grifoni incontrate nei due giorni precedenti ci ha rimarcato quanto siano grandi i rapaci iberici.

8° giorno. Come per la Spagna anche in Francia si devono evitare le Autostrade e le Nazionali che sono zeppe di rondò e traffico. Per farsi la nazione in solitaria si devono prendere le strade denominate con la D.
Partiamo di buon’ora lungo la valle della sonnacchiosa Garonna per inoltrarci nel meraviglioso dipartimento del Lot. Lungo le gole dell’omonimo fiume si aprono scenari che rammentano ora la Val d’Orcia, ora le vallate del Grigioni svizzero. Un ordine assoluto è accentuato da una calma inquietante che tutto pervade: questa è la provincia più profonda e autentica di Francia in cui il tempo sembra fermarsi. Il percorso procede sinuoso per quasi 200 chilometri fino a quando entriamo dell’Alvernia, ovvero nel Massiccio Centrale: qui il tracciato diventa indiavolato degno dei passi alpini più impegnativi e ci porterà per i restanti 300 chilometri fino alla regione del Dome, ovvero dei vulcani, in cui la natura è protagonista assoluta. Saliamo per i Passi del Peyrol , del Neronne e del Besseyre che anche se di altezza modesta, partendo da quote piuttosto basse hanno delle salite notevolissime. Prima di arrivare a Clermont-Ferrand saliamo sui Puy del Dome isolato vulcano spento dalla cui sommità si domina tutta la regione, come sul Mont Ventoux in Provenza. Bella tappa veramente.

9° giorno. Ci separiamo dagli altri: Filippo va in Belgio a trovare il figlio, Maurizio non sa ancora bene dove.
La tappa delle Borgogna mi risulterà al di sotto delle aspettative, forse al bello ci si abitua troppo facilmente e dei quasi 600 chilometri di saliscendi per colline e vigneti mi sono rimasti impressi, oltre alle spettacolari ville e castelli che dominano gli immensi possedimenti, i tre complessi abbaziali facenti parte dell’itinerario: Cluny, ovvero l’archetipo del Romanico cluniacense che nelle sue stratificazioni è stata inglobata dal nucleo urbano tal da ricordare il palazzo di Diocleziano a Spalato, a seguire il complesso di Fonteney un po’ troppo turistico per i miei gusti ed infine la spettacolare Abbazia di Pontigny archetipo assoluto del Romanico cistercense, essenziale nelle decorazioni e singolarmente scevra anche di turisti: il massimo. La noia del ridondante saliscendi ci ha fatto arrivare ad Auxerre un po’ insoddisfatti, così abbiamo tirato avanti per altri 140 chilometri avvantaggiandoci per la tappa del giorno successivo. Abbiamo quindi imboccato la valle della Loira dove a sera fatta ci siamo fermati.

10° giorno. La valle della Loira va raggiunta e attraversata assolutamente seguendo le foreste dei vari parchi evitando le strade nazionali, pena passare dal paradiso all’inferno del turismo di massa. I castelli sono talmente grandi e sfarzosi che rasentano l’irreale ed il grottesco come a Chambord, comunque riusciamo a glissare la gran cagnara e arriviamo alla bellissima Chartres sede dell’omonima cattedrale gotica riferimento assoluto nella storia dell’Architetura per la sua inarrivabile articolazione. Più tardi arriveremo a Parigi per l’incantevole D91 che arriva a Versailles e Notre Dame non ci darà la stesso senso di misticismo assoluto. Non mi soffermo sulla visita dei monumenti parigini effettuata grazie al preziosissimo contributo del gps che ci ha consentito di uscire dalla città nel secondo pomeriggio ed indirizzarci per le placide colline verso Chateau Thierry all’inizio dello Champagne.

11° giorno. Ci svegliamo nella Valle della Marna che con quella della Mosella ci condurrà per lo Champagne e verso le Ardenne e poi per l’Alsazia e la Lorena. La visita alle Cattedrali gotiche lungo il percorso, unitamente ai paesaggi floridi ed incantevoli non fanno dimenticare gli eventi tragici che hanno funestato queste regioni nelle ultime due guerre: i sacrari ed i cimiteri di guerra si alternano con le vigne di altissimo lignaggio. Arriviamo a Reims e rimaniamo estasiati dalla Cattedrale che riesce più di tutte quelle classiche a catturare la luce esterna tramite le incredibili vetrate. Ma ancor di più la meno blasonata Cattedrale di Metz, nell’omonima splendida città (al pari di Chartres) che risentendo delle influenze tedesche più tarde è ridotta al quasi solo scheletro per dare il passo alle vetrate gigantesche. Riprendiamo la via per l’Alsazia ed entriamo nel gruppo dei Vosgi e finalmente ricominciano le curve vere. Arriviamo fino al Col di Bonhomme dove ci fermiamo prima di inoltrarci, domani, per le Routes des Cretes.

12° giorno. La traversata dell’Alsazia sui Vosgi ci porterà fino alle porte di Basilea. Bellissimo nelle premesse, perché pare che dal Grand Ballon si scorga dalla vicina Foresta Nera alle sorgenti del Danubio fino al Monte Bianco: parola di Lonely Planet! Peccato che fino alle porte di Basilea una fittissima nebbia mi abbia costretto ad oltre 100 chilometri di curve con navigazione strumentale. Sarà una buona occasione per tornarci. Però sono passato per 5 passi alsaziani che non avevo censito. Nel frattempo il tempo torna completamente sereno e mi spingo fino alla splendida Lucerna dove apprendo che Meteo Suisse prevede temporali su tutto l’arco alpino oggi e domani: terribile notizia perché mi aspettano, domani, i 6 super Passi svizzeri. Allora faccio un summit con Francesca e visto che oggi il tempo è indiscutibilmente perfetto decido di provare la mattata della doppia tappa e di farli oggi. Costeggio tutto lo spettacolare lago di Lucerna e alla fine parto per il gran carosello: Passo Susten, poi il Grimsel, il Furka, il vecchio S. Gottardo ed il Neufenen: semplicemente spettacolari con i ghiacciai che mandano a valle cascate da tutte le parti. Stremato mi spingo fino a Brig e quindi salgo sullo splendido Sempione con i suoi due versanti completamente agli antipodi geomorfologici. Finalmente giungo dopo 562 chilomentri di curve a Domodossola con gomme e freni fumanti e con la bandiera bianca in gran pavese….
Siamo rientrati in Itali quindi il giro è formalmente concluso. Eccoci qui, dopo 6240 chilometri, svariate città d’arte, e oltre 40 passi tra Sierra Nevada, Pirenei, Massiccio Centrale, Alsazia e Alpi, devo ringraziare ancora una volta la sorte perché con un tempo perfetto, senza alcun intoppo ne logistico, ne meccanico ci ha fatto concludere positivamente anche questo giro. I ricordi si sovrappongono rutilanti e le tantissime foto fatte aiuteranno a ricostruire quello che nella mente è un puzle scomposto di curve, montagne, pietraie e cattedrali.
Romano

[ Modificato da Miki 06.02.2009 - 05:45 ]
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# 2 ≡ Giro Europa Occidentale 2008
»05.02.09 - 21:41
splendido report, grazie per averlo condiviso con noi! :-)
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# 3 ≡ Re: Giro Europa Occidentale 2008
»05.02.09 - 23:50
questo sì che è viaggiare :-D :-D
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Miki
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# 4 ≡ Re: Giro Europa Occidentale 2008
»06.02.09 - 06:47
Gran bel report, e gran bel viaggio... Complimenti :-)

Se hai voglia di condividere, magari con qualche foto, altri tuoi viaggi (o esporre nel dettaglio qualche tuo itinerario in giro per l'Italia) sei il benvenuto ;-)
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# 5 ≡ Re: Giro Europa Occidentale 2008
»06.02.09 - 08:23
Ho un archivio esagerato di rotte per Garmin di tutte le montagne d'Europa fatte in vari anni. Solamente per la Sardegna (ho organizzato 5 Sardinia Trophy) ho oltre 5000 km d'itinerari mozzafiato senza mai un rettilineo, e potrei dire la stessa cosa per tutto l'arco Appenninico, Alpi, Pirenei, Spagna, Portogallo, Francia, Svizzera etc.
Fornire l'archivio delle rotte è un po' complicato perchè sono oltre 400

Se volete potete aprire una sezione apposita in cui qualcuno posta il viaggio che gli interessa ed io gli sviluppo l'itinerario sia grafico che Garmin.

Saluti
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# 6 ≡ Re: Giro Europa Occidentale 2008
»06.02.09 - 10:11
Complimenti.

dai Bruno, sei tu vero ?
Cinquantasei passi e colli !

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# 7 ≡ [Report]Giro Europa Occidentale 2008
»06.02.09 - 11:03
stiamo organizzando il ssgt2009 SuperSardegnaGasTour... pensaci.....
"Come un popolo nomade che viaggia in tutto il mondo a volte ci sentiamo in equilibrio solo sulle nostre moto..."
Viva la Frinfri :o)
E.I.S. Team uno dei banditi che fecero l`IMPRESA.....
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Su: Bandit 1250 K9
# 8 ≡ [Report]Giro Europa Occidentale 2008
»06.02.09 - 19:33
Rollyzan,
Citazione:

stiamo organizzando il ssgt2009 SuperSardegnaGasTour... pensaci.....
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# 9 ≡ [Report]Giro Europa Occidentale 2008
»06.02.09 - 19:48
Rollyzan,
Citazione:

stiamo organizzando il ssgt2009 SuperSardegnaGasTour... pensaci.....


Io organizzo da qualche anno quello che chiamo "Sardinia Trophy": 500 km al giorno di sole curve in assetto da pista (tuta e moto sportive). I giri sono ad anello ed i pernotti li facciamo presso un alberghetto nell'esatto centro della Sardegna. Il propretario è motociclista anche lui e quando arriviamo si aggrega a noi....
Anche se siamo tutti over 40 per noi è un appuntamento un po' "adolescenziale" perche' io dico sempre che la Sardegna è come il Nurburgring (con tutti i limiti delle strade aperte al traffico, ovviamente), però è gratis e ha molti, ma molti più chilometri!!
Proprio per questo taglio sportivo io ci vado sempre a cavallo tra Settembre e Ottobre: i turisti sono spariti, il traffico pure ed il clima è al top ;-)
Per le date del SSGT di solito in Sardegna si riversano (giustamente) moltissimi motociclisti, forse troppi e quindi tendo ad organizzarmi per mete meno battute.
Ma il piacere di conoscere l'allegra brigata è grande e quindi hai visto mai?

;-)
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Romano
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