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/  Indice forum » Tutti in sella » Mototurismo » Elefantentreffen 2009

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BanditMaster
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boltz
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# 1 ≡ EIS BoltzReport
»04.02.09 - 12:03
Che cosa ci faccio qui?

Sono in Austria (o forse gia' in Germania, non lo so, sinceramente), l'alba sta illuminando un panorama di montagne e valli piene di neve, e' freddo, molto freddo. Sono in sella ad un mezzo a due ruote, no, non ha diritto di chimarsi moto: e' un scooter (o meglio sputer), il rumore non puo' trarre in inganno, e' un 2 tempi, 50cc, ovviamente a tutta manetta. Il che equivale a forse 55 km/h, 60 a essere ottimisti, ovviamente in piano. In salita le cose sono molto piu' lente.
Non sono solo: come me ci sono altri 10 amici, in sella ad altrettanti mezzi, su alcuni si legge ancora PT, in blu su un fondo giallo. Si, siamo su 50ini ex poste italiane, e stiamo andando verso l'Elefanten Treffen 2009.

Ognuno e' dentro il suo bozzolo di calore, di multistrati termici, di pensieri, di canzoni cantate dentro il casco, per far passare il tempo, di emozioni. Non riusciamo a parlarci, solo qualche sguardo incrociato nei rari sorpassi. Ma ci vediamo, davanti e negli specchietti, e siamo insieme. Pensiamo a quello che ci diremo nelle soste benzina (autonomia 70 km, piu' o meno), mentre si butta giu' qualche barretta calorica per recuperare l'energie, o pensiamo a come siamo arrivati qui, ai tanti fine settimana passati nel bocs degli Zan, a giocare ai piccoli meccanici.
Alle volte che abbiamo dichiarato chiusi e pronti i mezzi, per poi essere smentiti dalle prove su strada. A quante volte abbiamo dovuto smontare le plastiche, i 18 bulloni del carter (ma non ne bastavano 5?). Alle giornate belle, quando il lavoro andava avanti e a quelle difficili, quando dopo una giornata intera si faceva il conto, e c'era solo 1 mezzo (quasi) pronto per andare su strada. O pensiamo a come tutto questo e' partito: questa estate, su un bar, virtuale, il forum di www.bandit.it, ma pur sempre un bar. Dove, ovviamente, si chiacchiera. ElefantenTreffen: parola magica, ancora di piu' da quando Miki l'anno scorso c'e' stato e ci ha trasmesso la magia del raduno, e la voglia di provarci. Si, provarci, ma come: serve la moto giusta. La mia no, troppo pesante, non ho le gomme giuste, non ha protezione dall'aria (ma sara' poi tutto vero?), non voglio rischiare di rovinarla... poi Nat tira fuori l'idea dei 50ini vecchi da sistemare, poi saltano fuori questi cessi delle poste su ebay: 12 ad un prezzo ridicolo. Li sistemiamo e poi andiamo. Chi c'e'? Ed eccoci qui, si tira fuori la quota, e io e mia moglie Kalla siamo pronti a darci il cambio in sella ad uno sputer per i 600 km da Lodrone a Solla. Cosi', sono qui, e l'alba e' un pugno in faccia, verso cui tendo le braccia (sto cantando Guccini). No, le mani e' meglio lasciarle sul manubrio, questo coso non va dritto nemmeno a pagarlo, se mollo mani non oso pensare. La temperatura e' -7 gradi, ieri mattina era peggio, abbiamo visto i -9. Tutto intorno e' bianco di neve, le montagne del tirolo si dipingono del rosa del sole che sorge, la strada e' bagnata ma non c'e' ghiaccio: comunque abbiamo delle fantastiche gomme lamellari, che si dimostreranno splendide su neve e bagnato.
Ieri mattina siamo partiti presto da Lodrone, verso Tione, Trento e poi Bolzano e il Brennero: tutti e 11 in fila, tre auto (una con carrello, con alla guida Tataritcsh, l'unico che sa il tedesco) al seguito, come supporto in caso di guai, ognuno con i bagagli e sacco a pelo nel baule che una volta teneva lettere e pacchi. C'e' anche Carlo Zundapp, con una Laverda del '80 125cc, con motore che gli da il soprannome: sara' utilissimo come staffetta. Lui ha le marce, lo invidio tantissimo, e ovviamente velocita' piu' alta, quindi puo' restare indietro e dare indicazioni al gruppo.

In sputer, togliere il tuttogas anche per brevi istanti vuol dire perdere metri che si potranno recuperare solo alla sosta benzina o ad un semaforo. Penso al motore, a quel pistone grande come un bicchierino da grappa, che stiamo sfruttando al 100%, e che dovra' tenere per forse 40 ore: ce la fara'?

Vedremo. Per ora tutto bene, anzi benissimo. Alla partenza Bastardo (i cessi sono numerati da A di Ancheno a M di Minkione) fa le bizze, non si accende. Io e Nat ci guardiamo: se comincia cosi'... Ma poi il kick giusto lo fa cantare e allora via. I km si susseguono lenti, guida Kalla, poi le do il cambio, e poi ancora. Si va, buona media, 40 km/h comprese le soste, fatte solo per benzina. Cosi' arriva Trento, poi Bolzano: attraversare le citta' e' complicato, le tangenziali sono vietate per noi, quindi di deve passare per l'abitato, con il rischio di perdersi, ma siamo bravissimi, anche grazie alle ultre dettagliate istruzioni di Notturnia (come arrivare da Lodrone a Solla in 500 facili passaggi). Poi la salita del Brennero: e' il primo ostacolo, forse il piu' tosto. La velocita' scende: 50, 40, 35, 30, ma tutti salgono. L di Lurido e' partito con i cuscinetti che fischiavano, D di Dammela li ha nuovi, come l'albero: in teoria in rodaggio... Esticazzi sembrava avere le fasce piuttosto deboli, speriamo bene.

Quando arriviamo in cima, tutti, la gioia e' grande, enorme. Ce la possiamo fare, davvero! Io, NatZan, la mente dell'impresa, e suo fratello Rolly che i ha guidato nei lavori, ci guardiamo e ci diciamo una sola parola: "undici". Undici partiti, undici sul Brennero.

Certo, e' ancora lunga, ma nelle lunge giornate in officina ci eravamo detti, con un po' di scaramanzia, che portare 11 mezzi in Austria era gia' un successo enorme. Francamente temevo di perderne due.

Avanti! La discesa e' ripida: ad un certo punto vedo un mucchio di neve in mezzo la strada, bello alto. No, no, non finirci sopra, no! Lo tengo, lo tengo, lo TENGO! Sbam! Non l'ho tenuto: sono a terra. Mi alzo subito, nessun danno apparente, qualche botta ma le protezioni hanno fatto il loro lavoro. Giacca strappata su un gomito, una freccia partita e un parabrezza di Minkione (guida Ronnie) crapato: ma si aggiusta tutto.

Protezioni, gia': siamo in sputer, ma la pelle e' sempre la stessa e l'asfalto e' sempre duro. Quindi casco integrale, guanti, scarponi, protezioni ginocchia, anche, gomiti e spalle e paraschiena.

Si riparte: i km scorrono, passiamo Innsbruck e arriviamo al tramonto a Walchsee (o come si scrive) con 340 km alle nostre spalle, in 11. Meglio delle nostre previsioni piu' rosee. Notte in due alberghi e meritatissima birra e cena.
E siamo sempre qui, qualche km piu' avanti: se va tutto bene questa sera siamo in buca. L'entusiasmo ci tira avanti, anche se la stanchezza si fa sentire. Sbagliamo qualche strada, si allunga di qualche decina di km, che tradotti in tempo non e' mica poco a 50 km/h. Ma quando si inizia a vedere il cartello Solla, sembra che gli sputer vadano di piu': manca poco, pochissimo. All'utimo riformimento tataritch ha recuperato una enorme balla di fieno, da usare come isolamento per le tende, caricata sul carrello e' piu' alta dell'auto. L'ultima salita, ed e' veramente tosta: segnalata al 14%, per i cessi e' quasi un muro. Ma vanno su', la meta e' a portata di mano, forza, forza... ECCOCI!

Gli ultimi 2 km sono solo per i mezzi a 2 o 3 ruote, auto verboten. Si vede il recinto, mezzi di tutti i tipi parcheggiati lungo la strada, moto cariche di legna e paglia che vagano, carretti, vasche da bagno, slittini trainati da ogni mezzo a motore concepibile, e molti inconcepibili, prima di vederli dal vivo. L'accampamento e' una distesa di tende di ogni tipo, abbarbicate su pendenze assurde, vicinissime tra loro, con una quantita' di fuochi accesi, moto, sidecar parcheggiati ovunque. Mi immagino che l'accampamento degli Unni di Attila forse era simile a questa bolgia, mancavano le moto, ovvio, ma forse gli unni, potendo, avrebbero usato i mezzi che vedo parcheggiati o vagare con fracasso ovunque. Razzi e fuochi d'artificio si alzano da tutte le parti, non c'e' una regia, o una organizzazione, pura anarchia. Gente che beve, gente che vaga, gente che lavora sulle moto, altri che ridono e cantano, ma non riesco a descriverlo, davvero. Bisogna esserci: e noi ci siamo.

Quello che vedo e' tutto vero, sta accedendo davanti a me, ma non riesco a non pensare che sto vivendo in un mondo diverso, dove la realta' e' sospesa. Magari questo tedesco vestito di pelli non conciate di fronte a me, che beve grappa da una bottiglia in sella ad un sidecar ornato di teschi di animali e' uno stimato professionista, ha moglie e figli, una casa e un mutuo. Ma oggi e' qui, cosi', ed e' felice. E lo sono anche io, felice di essere qui, di farne parte, non come protagonista, nessuno lo e' qui, ma sono a portare un pezzetto, un pizzico di follia da aggiungere a quella collettiva solo per il fatto di essere qui.

Entriamo, c'e' una strada ghiacciata in discesa che scende alla buca, detta anche l'arena. Ovviamente ci fiondiamo, siamo qui per questo: la discesa e' uno spettacolo. Ghiaccio e fango, il cesso si intraversa tutto, ma arriviamo in fondo. La buca e' un anello, con 30-50 cm di neve fresca: intorno tende di temerari, che vengono sfiorate da tutti i mezzi che girano. Alcuni lenti, con attenzione, altri a cannone, con derapate, cadute e voli spettacolari. Tutto attorno una bolgia di persone che gridano, incitano, bevono, ridono, aiutano a ripartire o a rialzarsi, offrono da bere, parlano un sacco di lingue sconosciute ma ci si capisce benissimo lo stesso.

Intanto di monta il campo, fuori del recinto, per il nostro tendone non c'e' piu' posto dentro. La notte e' dura, il freddo e' forte, forse -8, non lo so. Certo che la mattina dopo la birra e' un blocco di ghiaccio, come quasi tutto il resto. Ma che importa, di nuovo in buca. Questa volta siamo tutti e 11: in molti si girano a guardarci, a parlarci e noi raccontiamo volentieri, con grandi gesti quando le parole mancano. Poi e' tempo di fare un po' gli scemi: cessi allineati da una parte, noi dall'altra e partenza tipo endurance, e via a girare, piu' forte che si puo'. Ci sono 11 cessi ma 12 piloti, quindi c'e' anche la lotta iniziale per prenderne uno: la spunta Nat su Babi, ma poco male. Babi fara' forse piu' giri di tutti in buca, tanto che il suo richiamo "Andiamo in buca?" diventa un tormentone. Davis, campione di supermotard, da' spettacolo, girando a velocita' folli, ma anche Giuspe, su Ibrido non e' da meno. La fatica di girare e' notevole, e ci riscaldiamo subito, anzi, abbiamo proprio caldo! Jarod, Topesio (arrivato da Napoli, come Giuspe), Sogliola (che fa fatica a trovare posto per i suoi piedoni sulla pedana), Kiki, Ronnie, Snail, Notturnia, Kalla e io tutti giriamo e ci divertiamo come pazzi. Anche Zundapp prende a prestito un cesso e inizia a girare a tutta manetta, facendo dei numeri da circo, finche' un passante gli scippa il bauletto con una manata. Poco male. Giro anche per BabboZan, che ci ha accompagnato fino a qui con un pickup di supporto. Ci offrono da bere da tutte le parti, o noi ricambiamo con le favolose grappe di BabboZan, ma attenzione. Prima, all'uscita, la polizia mi ha fermato e fatto fare l'alcol test: 0.10 con un limite di 0.25, quindi nessun problema. Ma il messaggio e' chiarissimo: dentro il recinto puoi fare quello che vuoi, ma appena esci non si scherza, questo e' il mondo reale. Messaggio ricevuto. Se si beve, si lascia lo sputer parcheggiato nel recinto e si esce rigorosamente a piedi.

Entusiasmo, ma anche fame! E allora a mangiare, polenta di Storo e carne alla piastra: che fame, e che freddo! Ci sta' un giro a piedi, perche' voglio vedere e fotografare da vicino tutto e tutti. E c'e' davvero tanto da vedere: persone, accampamenti, moto, follia. Le piu' belle non sono quelle costose, che pure ci sono, ma quelle dove si vede il lavoro e la fantasia del proprietario, e si immaginano i progetti, e le serate in bocs per tagliare, montare, smontare, inventare. Ci riempiamo gli occhi e la testa di tutto, proviamo a metterne un pezzo anche nelle macchine fotografiche, ma e' difficile riprodurre l'atmosfera, quella restera' solo dentro chi c'e' stato.

Altra notte e poi si riparte: tiriamo su il campo e poi per strada. La partenza e' lenta: Ibrido ha forato, e il fast e' ghiacciato, quindi via sul carrello. Poi Lurido fa le bizze, la candela o piu' banalmente e' a secco. I giri nella buca pesano parecchio sui consumi, che su strada sfiorano i 35 km/l. Piu' avanti si ripara la gomma ma poi c'e' un problema ad una marmitta, riparata anche questa. Il tempo e' favorevole: freddo, ma c'e' un pallido sole. Di nuovo 11 amici, legati ormai da una complicita' che nasce dall'aver condiviso tanto, soli, ma insieme, che corrono a 50 km/h nella campagna tedesca, in mezzo a campi innevati. La strada e' bagnata, l'aderenza cosi' cosi'. Ogni tanto si getta uno sguardo sui campi pieni di neve, forse sarebbe meglio correre li', magari si va piu' piano, ma ormai ad andare sulla neve a tutto gas (per quello che si puo') abbiamo imparato bene, e sicuramente e' piu' divertente.
Poi si avvicinano le montagne del tirolo, ecco un passo con le pareti di roccia che rigurgitano cascate di ghiaccio incredibili e siamo di nuovo in austria, negli stessi hotel dell'andata.

Ultimo giorno, si carica, e via. I cessi continuano a comportarsi in modo magnifico: il nostro, C come Collione, e' sempre partito con il primo calcio di kickstart, anche dopo una notte al gelo. Non pensavo ci si potesse affezionare tanto ad un mezzo cosi' brutto...
Ecco il brennero, il tempo e' bello, a Innsbruck fa caldo (+8), ma quassu' c'e' una piccola bufera di neve, e tanto freddo. Tempo peggiore ci aspetta piu' avanti, ma dopo il passo la discesa verso Bolzano e' uno spettacolo, con 11 incoscenti che fanno un gioco di scie e sorpassi incrociati alla folle velocita' di 60, 65 forse piu' km/h degna dei finali di 125 GP. Poi da Bolzano il tempo peggiora: neve, che si attacca sul parabrezza e non fa vedere niente, e poi le candele iniziano ad avere problemi su quasi tutti i mezzi: forse si bagnano, forse l'ultima benzina non era perfetta, non lo so. Certo che le fermate sono piu' frequenti, cambiamo 2/3 candele, il freddo e' tanto. Decidiamo di allungare per Rovereto, temiamo ancora piu' neve per Tione. Non so se e' era vero, ma piu' giu' la neve cambia in pioggia: l'attrezzatura regalataci dalla Tucano tiene a meraviglia, ma attraverso i parabrezza non si vede niente. Altre fermate, altre candele. Inizia ad essere tosta. Da Rovereto arriviamo a Riva, ormai siamo in due gruppi distinti, con i mezzi che hanno avuto problemi indietro. La salita in Val di Ledro e' lunga, e lenta. Qui piove, ma la neve e' sulla strada. Guida Kalla, e io dall'auto di supporto aiuto i mezzi che si fermano. Li vedo correre su queste strade piene di neve bagnata e mi spavento, ma loro vanno, le gomme si stanno dimostrando fantastiche: il problema e' la visibilita'. Siamo quasi arrivati, mancano forse 8 km. Dopo un tornante, Dammela (Jarod) si ferma: il motore gira, ma l'acceleratore sembra bloccato. Proviamo a sbloccarlo ma niente: forse si e' ghiacciata la ghigliottina del carburatore. La delusione di Jarod e' tanta, ma ormai e' tardi, siamo quasi arrivati, decidiamo di carrellare il mezzo e via cosi'. Se fosse successo prima avremmo aperto il carburatore e probabilemte risolto, ma adesso...
Altri 3 km ed' e' "sa l'Hostia" a fermarsi, e Nat quasi non ci crede. Sembra defunto, gia' faceva una grande fatica prima: forse le fasce. C'e' anche G-punto di Babi, che ancora va. Nat e Babi salgono insieme per gli ultimissimi km, da fare per strade di campagna, pur di arrivare, Nat e' disposto a spingere. Intanto alcuni sono arrivati, ma 3 mancano all'appello! Oh, no. E' una ecatombe! Ma e' possibile! Li ritroviamo, e' solo finita la benzina, la voglia di arrivare ci ha fatto sperare che potesse bastare, ma non era vero. Ok, questo si risolve, c'e' in ogni cesso 1 litro di emergenza nel sottosella. Quindi via, ultimi km. Eccoci. Quasi! Ecco uno sputer, poi due. E' il terzo??? Torna indietro a cercare: anche lui senza benzina a 500m dall'arrivo. Ok, vogliono farci soffrire. Ma alla fine siamo tutti alla base di partenza, stanchi, distrutti, infreddoliti, ma la gioia e la commozione e' grande. Ce l'abbiamo fatta. Siamo andati e tornati. Per curiosita' o testardaggine proviamo a vedere i 2 cessi fermi, e uno riparte subito, l'altro dopo cambio candela... Va bene, va bene cosi'.

E' stato bello, bellissimo. Avremo dentro di noi questo ricordo che credo indelebile, per i posti, il viaggio, il traguardo e, soprattutto, l'amicizia e la passione che ci hanno portato fino a qui. Che cosa ci faccio qui?

Ecco.

E.I.S. Elefanten In Sputer. Elefanten-Treffen 2009

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When the change was made uptown
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lanza56
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Da: firenze
# 21 ≡ EIS BoltzReport
»04.02.09 - 21:22
è stato il racconto di una avventura
Emozionante
Incredibile
Splendida

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darkfour
Messaggi: 680
Iscritto dal: 20/7/2006
Da: Milano
# 22 ≡ Re: EIS BoltzReport
»04.02.09 - 21:32
boltz,
Citazione:

Non riusciamo a parlarci, solo qualche sguardo incrociato nei rari sorpassi. Ma ci vediamo, davanti e negli specchietti, e siamo insieme.


tutto il resto non è più importante... la fatica, il freddo, i dubbi... conta solo che c'è un gruppo di persone che sta facendo una cosa, una cosa che è fatica ma è una emozione grande, i cuori e le menti di un gruppo di persone insieme. :-) :-)

Affascinante il racconto, e anche l'avventura. 8-)
Motocicletta 10Hp... tutta cromata.

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