# 18 ≡ Re: [Mototurismo] Viaggiare in solitaria
Tutte buone risposte, davvero
Sono particolarmente in accordo a Balena e Cavalcalanebbia, dei quali condivido i punti di vista;
Aggiungo che il decidere (anche se non pianificato, a dire il vero) di prendere e partire da solo è un coccolarmi, un ritagliarmi un fazzoletto di tempo tutto per me, specialmente in momenti - dal punto di vista lavorativo, o familiare - dove la pressione degli "altri" comincia a diventare troppo fastidiosa.
Premesso questo, sono convinto che il viaggiare da solo (con qualsiasi sistema di trasporto, moto in primis, per le caratteristiche proprie del mezzo) regali una libertà e un utilizzo del tempo - elemento ben più prezioso di qualsiasi ricchezza terrena - impensabile in altri contesti.
Quando mi capita di realizzare una bella gita (per come la intendo io: strade curvose e goduriose se si vuole tirare un po' di più, panorami interessanti e scorci da fotografare, pochissimo traffico, tanta natura, qualche pizzico di storia, possibilità di deviare per curiosare su tratti nuovi solo per citare qualche caratteristica) oltre a godermela nel durante mi restano le belle sensazioni da rivivere nei giorni a venire...
Il tutto contribuisce a rilassarmi e a ricaricare le batterie che col mio lavoro si scaricano piuttosto velocemente
Aggiungo infine che non disdegno dei giretti a tre o quattro partecipanti
molto scelti, per godere oltre a tutto il resto (sacrificando un po' di libertà) di una buona compagnia, magari sgranocchiando qualcosa.
I grandi giri per riunire tanti banditi ovviamente non danno un gran gusto di guida a chi organizza, ma riconpensano chi mette in piedi tutto il baraccone tramite i sorrisi dei partecipanti che si godono il percorso e il felice baccano di una buona compagnia
Io cerco di alternare tutto questo