scritto tutto d'un fiato e nemmeno riletto... perdonatemi gli strafalcioni grammaticali...
Eccoci qui a raccontare un’esperienza che sinceramente non immaginavo mi desse tante emozioni.
Quando nacque l’idea di andare a questo raduno non lo ricordo, so solo che Nat, mio fratello, mi disse… dai che ci andiamo con i vecchi cinquantini… io senza mezzi termini gli dissi, col cazzo, io di freddo con il mio fidato fantic trial 50 del 1979 ne ho gia preso abbastanza, quando appena quattordicenne andavo in giro anche in pieno inverno con quindici sottozero, assaporando la libertà di potersi muovere come mai avevo fatto prima. L’ideale sarebbero degli scooterini 50, piccoli, leggeri, rigorosamente originali, almeno hanno un pelo di vano sottosella, lo scudo, il miscelatore automatico, la batteria e una discreta affidabilità. Nemmeno il tempo di dirlo ed ecco che mi manda un link al sito di aste on line, 3 scooter delle poste, “funzionanti” a 500 euro… li guardo e senza pensarci 2 volte mi sbilancio… ecco si… con questi cessi si potrebbe anche fare, hanno un bel baule stagno, un portapacchi anteriore serio, il vano sottosella e anche lo scudo anteriore. Poi non so come da 3 sti scooter sono diventati 11 piu uno senza documenti… stentavo a crederci. Passa il tempo e in autunno ogni giorno il nat mi ricordava che c’erano sti cosi da andare a prendere… tra un impegno e l’altro ecco che troviamo la giornata giusta per andare a prendere i primi 8. Si parte con un vecchio daily cassonato, prestato da una ditta a titolo gratuito. È messo veramente male, marcio e toccato dappertutto, le porte stentano ad aprirsi, mancano le sponde ma il motore sembra girare bene.. speriamo e visto che ce lo prestano a gratisss facciamo finta che sia un furgone fresco di noleggio e così si parte. Riusciamo a caricarne otto, piu di così non ce ne stanno… pazienza, gli altri troveremo il modo di andarli a prendere. Durante il viaggio di ritorno spesso ci guardavamo, un’occhiata al retrovisore e una risata. quando li abbiamo scaricati in cortil Non potrò mai dimenticare la faccia dei miei genitori e. Entrambi increduli, la mamma mezza disperata, il papà mezzo divertito, ma entrambi preoccupati e in qualche modo rassegnati.
Subito si cerca di farli partire, senza controllare nulla. Tutti partono con la pedalina senza grossi problemi. Uno manifesta gia da subito problemi ai cuscinetti di banco, un paio hanno i freni bloccati, le batterie non funzionano praticamente su nessuno scooter…Ci si rende subito conto che di lavoro ce ne sarà tanto, ma con tutto il pessimismo possibile, mai avremmo immaginato dove stavamo andando a sbattere la testa. L’idea è quella di riuscire a finire tutti i lavori entro la fine dell’anno, in modo tale da poter fare delle prove generali di viaggio nei primi giorni di gennaio. Inizio da subito a smontare i primi scooter per lavare le cose importanti, il motore e l’impianto di raffreddamento ad aria. Subito si chiede aiuto a tutti i partecipanti e per fortuna i lavaggi si fanno anche alla svelta. Ora il grosso del problema è che servono tutti i ricambi per poter procedere alla revisione generale dei mezzi. Sembra che ci sia la remota possibilità che la piaggio possa sponsorizzarci, forse con la revisone completa dei mezzi (sarebbe un sogno), o almeno con uno sconto sui ricambi che ci servono(che sarebbe gia qualcosa) e per questo i lavori restano in sospeso fino a meta dicembre. Tanto tempo perso visto che alla fine per alcuni motivi da piaggio non è arrivato nessun tipo di appoggio. Ora iniziavo ad avere qualche dubbio… due mesi di tempo svaniti nel nulla, ora il tempo scarseggiava. Nel frattempo arrivano gli altri quattro scooter, 3 caricati sul carrello e uno infilato nel baule della macchina. Per fortuna che alcuni dei partecipanti hanno dedicato parecchio tempo per aiutarci a mettere a posto i motorini… tutti erano molto motivati, caricati a cento come molle, anche se all’inizio l’idea di come si mettesse a posto uno di questi cosi era assolutamente una cosa segreta, non sapevano cosa e come si doveva fare. Passano le ore, i giorni ed i weekend di lavoro, gli “eis” meccanici imparano in fretta e sembra filare tutto abbastanza bene. Anche il dodicesimo scooter, quello destinato a far da donatore di organi è stato smontato e il motore trapiantato sotto a quello che aveva i cuscinetti di banco che fischiavano. Vengono montate anche le gomme lamellari, ricambio che ci è costato piu di tutti ma che alla fine è stato assolutamente determinante per la buona riuscita dell’evento. Iniziano i primi test di guida… subito tanti problemi…Scopriamo che l’idea di arroventare le marmitte per pulirle dai depositi carboniosi (prassi comune nei vecchi cinquantini) è una pessima idea. Per qualche oscuro motivo, durante il processo di “biscottatura” le marmitte si intasano impedendo ai motorini di funzionare. Ottimo! Subito a comprare le marmitte per tutti gli scooter e alla veloce sostituzione. Altre spese che si aggiungono e che svuotano le tasche dei partecipanti. Ttutti gli scooter sono scarburati e uno ci abbandona lasciando i cuscinetti di banco per strada durante un breve test, ottimo! Ci si concentra sugli altri 10, lasciando perdere quello schiattato in attesa dei ricambi necessari. Contemporaneamente si procede a far revisionare tutti i mezzi. Iniziano i primi veri test su strada, e si incappa in altri problemi. A mezzanotte di un lunedì sera, durante una nevicata, mentre andavo a casa guidando uno scooter, nel mezzo di un passo di montagna a quota di 750 metri sul mare, in una zona non coperta dal cellulare il motorino perde l’uso del cavo del gas avendo la cortesia di restare acceso al minimo, giusto per lasciarmi la possibilità di usare i fari per illuminare la strada mentre lo spingevo per arrivare dove avrei potuto chiamare il nat-soccorso. Visto l’accaduto decidiamo di sostituire tutti i cavi del gas. L’ultimo weekend disponibile prima della partenza, con l’aiuto di un altro eis meccanico, sostituiamo l’albero motore, cuscinetti, paraolio e guarnizioni all’undicesimo scooter, mentre gli altri procedevano al cambio dei fili del gas, affare tutt’altro che veloce. Alle 23.00 dell’ultimo sabato disponibile prima della partenza, dopo una pizza veloce chiedo a titolo di piacere personale un’ultimo sforzo agli eis meccanici: Montare le copertine e le muffole agli scooter, in modo tale da avere la domenica libera da qualsiasi lavoro per potersi concentrare solo sui test di guida. Con notevole sforzo ci si mette al lavoro e ad un’ora imprecisata della notte tutti gli undici scooter sono pronti, tagliandati, moffolati, termoscudati, puliti, assicurati, revisionati, gommati e chi piu ne ha ne metta. L’ultima domenica cinque collaudatori partono per un giro di un centinaio di chilometri, mentre io e il nat con altri due scooter raggiungiamo una baita di montagna a quota 1440 slm. A sera ci si ritrova e a parte piccole cose come frecce che non funzionano e forcelle assolutamente a fondo corsa anche da scariche, sembra che i motorini abbiano smesso di avere problemi gravi. Finalmente si vedeva un po’ di luce in fondo al tunnel della sistemazione dei mezzi. Ora restava solo da sistemare il problemino delle chiavi dei bauletti che non tutte funzionavano. Risolti tutti i problemi tecnici gia ero assolutamente contento. Intere giornate passate fra amici ad aiutarci, a scherzarci e sempre pronti a risolvere qualsiasi problema si presentasse con il sorriso stampato sulla faccia immancabilmente sporca di grasso. Mi sembrava di tornare adolescente. La data della partenza si avvicinava, tutto sembrava andare per il verso giusto ma pochi giorni prima del via la cosa che mi ha rattristato piu di tutti i problemi meccanici che si sono presentati insieme. La mia ragazza che doveva partecipare dividendo con me la guida del motorino ha problemi di lavoro e non ha piu la possibilità di accompagnarci. Una doccia gelata che smorza parecchia della mia euforia, tantè che il mercoledì mattina quando in ufficio si prospettava l’ombra dello stesso problema anche per me, tutto sommato non riuscivo a dispiacermi piu di tanto. Fortunatamente il mercoledì sera, ben oltre l’orario di chiusura dell’ufficio riuscivo a staccare la spina lavorativa e pian piano arrivare al campo base dove gia tanti eis piloti stavano caricando i bagagli per l’avventura.
Finalmente si parte. Inizio io a tirare il gruppo, alle 7 e mezza del giovedì mattina siamo su strada. Arrivati al primo bivio fuori dal paese mi fermo per la prima verifica e conta dei mezzi… uno due tre quattro cinque sei sette otto… e piu nessuno… aspettiamo un po e decido di tornare a vedere che succede. Arrivo al campo di partenza e gia uno scooter fa gli scherzi e non vuole accendersi. Cambio di candela veloce e ecco che riprende vita… al volo ci si rimette in sella e finalmente il serpentone formato dagli undici cessi delle poste e dal laverda zundapp che ha deciso di aggregarsi a noi anche non avendoci mai visto, riesce a mettersi lentamente in movimento. Passano i chilometri e si arriva alla prima sosta per la benzina. Un caos totale, tre scooter da una pompa, 2 dall’atra gli altri che aspettano… ALT, fermi tutti. Un pò alterato richiamo tutti all’ordine e detto legge sui rifornimenti; tutti in fila, uno dietro l’altro pronti a rifornire. Uno mette benzina, uno fa l’aggiunta di olio e uno alla fine va a pagare alla cassa. Detto, fatto. Non ci sono stati piu problemi ai rifornimenti, e tutto è filato liscio fino all’arrivo al raduno. La strada è stata fatta in due giorni, il primo di 330 km, il secondo di circa 250 km. Io sono stato quasi sempre in fondo al serpentone. Era bello vedere tutti gli undici motociclisti in fila, ordinati, con un cuore grande che avanzavano lentamente ma assolutamente decisi e motivati ad arrivare alla metà. Del viaggio non c’è molto da raccontare, forse è andato tutto troppo bene, troppo liscio… Al piano si procedeva a cinquanta all’ora, in salita a 25 e in discesa anche a 70…
L’arrivo al raduno è stata un’emozione unica. Tutti parcheggiati fuori dal recinto, tutti sorridenti, soddisfatti, devastati fisicamente dai km di strada e dalle ore di guida. Gli abbracci e le pacche sulle spalle, gli occhi lucidi e la lacrimuccia che scende sulla guancia. Subito a prendere il braccialetto e nemmeno il tempo di dirlo ed eccoci tutti nella “buca” farsi il primo giro è qualcosa di magico. Sei li, in sella al tuo mezzo. Non c’è fretta, nessuno si aspetta nulla da te eppure sai che chi ti sta guardando dai bordi della fossa ti ammira e ti rispetta ed è li pronto ad aiutarti nel momento del bisogno. Lentamente fai il primo giro, alzi gli occhi e vedi centinaia di tende illuminate dai falò. Centinaia di moto elefantizzate provenienti da ogni parte d’Europa. Quest’emozione è troppo grande da descrivere. Sarà scontato, ma l’unica cosa che mi viene da dire è che questa emozione dovrebbero provarla tutti i motociclisti almeno una volta.
Il nostro accampamento un po per sfiga un po per fortuna è stato messo all’esterno del recinto del raduno. Sfiga perche eravamo a 2 km dalla buca, fortuna perché eravamo nel prato di un’albergo che ci ha lasciato lo spazio, ci ha dato la legna, ci ha dato il braciere, la motosega e il cul… a no, quello per fortuna non l’abbiamo chiesto, ma dalla disponibilità che ci hanno dimostrato forse lo avrebbero anche messo a disposizione… oltretutto aveva un’ottima cucina, ottima birra. Il campo eis era così disposto: una tenda della protezione civile da una dozzina di posti, due tende piccole, una specie di stufa per grigliare e far polenta, un braciere, un tavolino alcune sedie e una enorme balla di paglia.
Stare tutti attorno al fuoco, scherzandoci sul viaggio, sorseggiando un grappino mentre il freddo tagliava le guance era un’impresa, ma per stare vicini ai compagni di viaggio avremmo fatto questo ed altro. Ogni istante era buono per sentire la frase: “Andiamo in buca?” e io non me lo facevo mai ripetere piu di due volte, infatti alla fine del raduno sono restato appiedato a 2 km dal raduno perché ero restato a secco… e dire che il pieno l’avevo fatto direttamente li con una tanica. Non male considerando che in genere con un pieno si sfioravano tranquillamente i 100 km!!! Ma si sa, in pista le moto consumano di piu….
La prima sera non ce l’abbiamo fatta a farci da mangiare… il ristorante ci ha sedotto con la sala riscaldata e non abbiamo resistito. Alla fine abbiamo fatto bene, visto che con meno di 15 euro abbiamo mangiato e bevuto birra in buona quantità.
La prima notte non è andata male, avevo 3 sacchi a pelo, uno leggero,uno medio e uno pesante, da usare eventualmente uno dentro l’altro. Ho iniziato con quello pesante e non ho avuto problemi, dormendoci dentro con l’intimo in micropile.
La giornata del sabato è iniziata verso le 9. un po di chiacchiere, il solito giro in buca e poi in molti dovevano fare bancomat e così nove degli undici scooter sono partiti per “farsi una banca” e con l’occasione per fare il pieno di benzina. Io con un eis meccanico sono stato al campo, per smontare e verificare un problema al comando del gas di uno dei cessi. Verso mezzogiorno mentre gli altri stavano tornando noi avevamo sistemato il problemino del gas e rimontato tutto a dovere. Era ora di far da pranzo… oggi la polenta ci stà , eccome se ci stà!!! Demando ad altri il compito di preparare le brace per grigliare la carne e io mi metto in un angolo con mio papà per fare la polenta. Quaranta minuti dopo era pronta, venuta benissimo anche se un po scarsina come quantità… pazienza…
Pomeriggio del sabato passato in buca, tra una gara con partenza tipo le mans, staffette con una fermata ogni 20 metri per una bevuta offerta da non si sa chi, giri di buca in 4 su uno scooter…. Abbiamo visto cose che….
Ci siamo sentiti molto orgoglioni ogni volta che qualcuno ci veniva incontro dicendoci che aveva letto della nostra impresa, ma che non credeva che lo avremmo fatto davvero.
La sera alla salita dalla buca arriviamo proprio in mezzo al momento piu solenne del raduno, il ringraziamento da parte degli organizzatori ed il ricordo degli amici motociclisti che ci hanno lasciato. In quegli attimi il ricordo dei nostri angeli custodi si è fatto vivo dentro di me, e sono convinto che ci hanno aiutato molto durante tutta questa pazza avventura.
La sera siamo tornati in ostaggio della sala del ristorante, gulasch suppe, cotolette, birra, birra, birra…. E poi tanta musica dal vivo che ci ha permesso di ballare fino allo sfinimento ancora tutti agghindati con tute caldissime e scarponi pesanti… prima di andare a letto solito giro in buca, con solito incontro di personaggi diversamente sobri. Alla risalita portiamo su una infermiera col suo uomo che ci ringrazieranno tantissimo.
La seconda notte è stata piu traumatica della prima. Il freddo era condito da un vento teso che si infilava ovunque. In qualche modo ho riposato, ma il dormire devo dire che è un’altra cosa. La mattina mi sono svegliato con addirittura le solette degli scarponi completamente ghiacciate, e la giacca che nell’indossarla aveva quella consistenza croccante che ti lascia a bocca aperta.
Si arriva alla domenica mattina, sveglia, colazione e… Giro in Buca…. Solo in tre scendiamo e il paesaggio è desolante… tutto gia smontato, ci saranno solo un decimo delle tende presenti la sera prima… il giro in buca è triste, ma nella testa il pensiero che risuona è questo: Io ci sono stato.
Si risale, lo smontaggio del campo è piu complicato del previsto per i problemi del vento. Si ritarda la partenza di un’ora. Si parte e dopo 2 metri ancora prima di uscire dal parcheggio ci si accorge di una ruota sgonfia. Si cerca una bottiglietta di fast, ma per il gelo non funziona. Si carica al volo sul carrello e via. 2 km dopo io resto senza benzina, cambio comunque la candela, butto il mio litro di riserva e via… al primo distributore tutti facciamo il pieno e si tira giu lo scoter dal carrello, la bomboletta di fast nuova fa il suo dovere e si riprende la strada tutti e undici.
Dopo qualche km un cesso rifiuta la marmitta e rischia di perderla per strada… si ripara al volo e il pensiero di tutti è che se va avanti così sarà un lungo viaggio di ritorno. Contro ogni previsione non ci sono stati piu inconvenienti e sfidando anche il meteo, che dava acqua e neve, arriviamo in austria asciutti ma intirizziti dal freddo e dal vento che ci ha accompagnato infastidendoci non poco. Purtroppo la sera per dormire dobbiamo spezzare il gruppo, ma per la cena ci ritroviamo comunque. Alle 22.30 tutti a nanna, la giornata del lunedì sappiamo che sarà lunga e non dobbiamo farci trovare impreparati. Sveglia alle 7.00, partenza alle 8.00. orari grossomodo rispettati da tutti e così facendo il lungo serpentone si avvia verso Innsbruk dove ci attende una mattinata soleggiata e calda, quasi fastidiosamente calda. La salita sul Brennero si fa in un lampo e arrivati a collinare troviamo una leggera tormenta che non ci intimorisce. Poco dopo smette di nevicare e qui il pezzo piu bello di tutto il viaggio è stata la discesa verso Vipiteno. Undici pazzi scatenati alla guida di undici cessi con il gas rivettato sulla posizione del tutto aperto… e così per 40 km… un gioco di scie allucinanti, quando eri dietro sembrava vere la capacità di andare molto piu veloce di chi precedeva, ma usciti dalla scia ci si rendeva conto che le prestazioni erano talmente uguali da non permettere alcun sorpasso. Arrivati a Bolzano sud abbiamo preso una nevicata di quelle giuste che ci ha accompagnato fino a trento. A laives uno scoter a dato problemi di cedimento, si bagnava la candela e rendeva difficoltoso il proseguimento… nonostante tutto è arrivato a casa senza provare a lasciarci a piedi. Appena ci siamo ritrovati tutti insieme nel cortile da dove siamo partiti la felicità era stampata sui nostri volti, arrossati e scottati dal freddo e dal vento, ma talmente felici ed increduli per quello che avevamo fatto convinti che nessuna parola potrebbe descrivere nemmeno lontanamente questi momenti.
Ancora adesso fatico a convincermi di esserci stato, di essere stato lassù, insieme ad altri fantastici amici e compagni di viaggio. Non riesco a capire come possa essere passato così in fretta il tempo… non mi sembra nemmeno di essere partito e invece siamo gia tornati…
Un ringraziamento a tutti i partecipanti e soprattutto agli undici cessi che ci hanno portato lassù e riportato a casa.
Grazie
Rolly
Ps: alla fine, ma non per importanza un grazie anche alle nostre famiglie-ragazze, che ci hanno permesso di poter dedicare tanto tempo ad un impresa così particolare.
[ Modificato da Rollyzan 04.02.2009 - 17:33 ]
"Come un popolo nomade che viaggia in tutto il mondo a volte ci sentiamo in equilibrio solo sulle nostre moto..."
Viva la Frinfri :o)
E.I.S. Team uno dei banditi che fecero l`IMPRESA.....
ERZBERGRODEO 2011 Competitor’s number: 1057