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/  Indice forum » Tutti in sella » Mototurismo » Elefantentreffen 2009

     ≡  E.I.S. Raccolta dei report


  
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NatZan
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# 2 ≡ E.I.S. Raccolta dei report
»04.02.09 - 19:18
E.I.S. Rolly Report By RollyZan

Citazione:


scritto tutto d'un fiato e nemmeno riletto... perdonatemi gli strafalcioni grammaticali...

Eccoci qui a raccontare un’esperienza che sinceramente non immaginavo mi desse tante emozioni.

Quando nacque l’idea di andare a questo raduno non lo ricordo, so solo che Nat, mio fratello, mi disse… dai che ci andiamo con i vecchi cinquantini… io senza mezzi termini gli dissi, col cazzo, io di freddo con il mio fidato fantic trial 50 del 1979 ne ho gia preso abbastanza, quando appena quattordicenne andavo in giro anche in pieno inverno con quindici sottozero, assaporando la libertà di potersi muovere come mai avevo fatto prima. L’ideale sarebbero degli scooterini 50, piccoli, leggeri, rigorosamente originali, almeno hanno un pelo di vano sottosella, lo scudo, il miscelatore automatico, la batteria e una discreta affidabilità. Nemmeno il tempo di dirlo ed ecco che mi manda un link al sito di aste on line, 3 scooter delle poste, “funzionanti” a 500 euro… li guardo e senza pensarci 2 volte mi sbilancio… ecco si… con questi cessi si potrebbe anche fare, hanno un bel baule stagno, un portapacchi anteriore serio, il vano sottosella e anche lo scudo anteriore. Poi non so come da 3 sti scooter sono diventati 11 piu uno senza documenti… stentavo a crederci. Passa il tempo e in autunno ogni giorno il nat mi ricordava che c’erano sti cosi da andare a prendere… tra un impegno e l’altro ecco che troviamo la giornata giusta per andare a prendere i primi 8. Si parte con un vecchio daily cassonato, prestato da una ditta a titolo gratuito. È messo veramente male, marcio e toccato dappertutto, le porte stentano ad aprirsi, mancano le sponde ma il motore sembra girare bene.. speriamo e visto che ce lo prestano a gratisss facciamo finta che sia un furgone fresco di noleggio e così si parte. Riusciamo a caricarne otto, piu di così non ce ne stanno… pazienza, gli altri troveremo il modo di andarli a prendere. Durante il viaggio di ritorno spesso ci guardavamo, un’occhiata al retrovisore e una risata. quando li abbiamo scaricati in cortil Non potrò mai dimenticare la faccia dei miei genitori e. Entrambi increduli, la mamma mezza disperata, il papà mezzo divertito, ma entrambi preoccupati e in qualche modo rassegnati.
Subito si cerca di farli partire, senza controllare nulla. Tutti partono con la pedalina senza grossi problemi. Uno manifesta gia da subito problemi ai cuscinetti di banco, un paio hanno i freni bloccati, le batterie non funzionano praticamente su nessuno scooter…Ci si rende subito conto che di lavoro ce ne sarà tanto, ma con tutto il pessimismo possibile, mai avremmo immaginato dove stavamo andando a sbattere la testa. L’idea è quella di riuscire a finire tutti i lavori entro la fine dell’anno, in modo tale da poter fare delle prove generali di viaggio nei primi giorni di gennaio. Inizio da subito a smontare i primi scooter per lavare le cose importanti, il motore e l’impianto di raffreddamento ad aria. Subito si chiede aiuto a tutti i partecipanti e per fortuna i lavaggi si fanno anche alla svelta. Ora il grosso del problema è che servono tutti i ricambi per poter procedere alla revisione generale dei mezzi. Sembra che ci sia la remota possibilità che la piaggio possa sponsorizzarci, forse con la revisone completa dei mezzi (sarebbe un sogno), o almeno con uno sconto sui ricambi che ci servono(che sarebbe gia qualcosa) e per questo i lavori restano in sospeso fino a meta dicembre. Tanto tempo perso visto che alla fine per alcuni motivi da piaggio non è arrivato nessun tipo di appoggio. Ora iniziavo ad avere qualche dubbio… due mesi di tempo svaniti nel nulla, ora il tempo scarseggiava. Nel frattempo arrivano gli altri quattro scooter, 3 caricati sul carrello e uno infilato nel baule della macchina. Per fortuna che alcuni dei partecipanti hanno dedicato parecchio tempo per aiutarci a mettere a posto i motorini… tutti erano molto motivati, caricati a cento come molle, anche se all’inizio l’idea di come si mettesse a posto uno di questi cosi era assolutamente una cosa segreta, non sapevano cosa e come si doveva fare. Passano le ore, i giorni ed i weekend di lavoro, gli “eis” meccanici imparano in fretta e sembra filare tutto abbastanza bene. Anche il dodicesimo scooter, quello destinato a far da donatore di organi è stato smontato e il motore trapiantato sotto a quello che aveva i cuscinetti di banco che fischiavano. Vengono montate anche le gomme lamellari, ricambio che ci è costato piu di tutti ma che alla fine è stato assolutamente determinante per la buona riuscita dell’evento. Iniziano i primi test di guida… subito tanti problemi…Scopriamo che l’idea di arroventare le marmitte per pulirle dai depositi carboniosi (prassi comune nei vecchi cinquantini) è una pessima idea. Per qualche oscuro motivo, durante il processo di “biscottatura” le marmitte si intasano impedendo ai motorini di funzionare. Ottimo! Subito a comprare le marmitte per tutti gli scooter e alla veloce sostituzione. Altre spese che si aggiungono e che svuotano le tasche dei partecipanti. Ttutti gli scooter sono scarburati e uno ci abbandona lasciando i cuscinetti di banco per strada durante un breve test, ottimo! Ci si concentra sugli altri 10, lasciando perdere quello schiattato in attesa dei ricambi necessari. Contemporaneamente si procede a far revisionare tutti i mezzi. Iniziano i primi veri test su strada, e si incappa in altri problemi. A mezzanotte di un lunedì sera, durante una nevicata, mentre andavo a casa guidando uno scooter, nel mezzo di un passo di montagna a quota di 750 metri sul mare, in una zona non coperta dal cellulare il motorino perde l’uso del cavo del gas avendo la cortesia di restare acceso al minimo, giusto per lasciarmi la possibilità di usare i fari per illuminare la strada mentre lo spingevo per arrivare dove avrei potuto chiamare il nat-soccorso. Visto l’accaduto decidiamo di sostituire tutti i cavi del gas. L’ultimo weekend disponibile prima della partenza, con l’aiuto di un altro eis meccanico, sostituiamo l’albero motore, cuscinetti, paraolio e guarnizioni all’undicesimo scooter, mentre gli altri procedevano al cambio dei fili del gas, affare tutt’altro che veloce. Alle 23.00 dell’ultimo sabato disponibile prima della partenza, dopo una pizza veloce chiedo a titolo di piacere personale un’ultimo sforzo agli eis meccanici: Montare le copertine e le muffole agli scooter, in modo tale da avere la domenica libera da qualsiasi lavoro per potersi concentrare solo sui test di guida. Con notevole sforzo ci si mette al lavoro e ad un’ora imprecisata della notte tutti gli undici scooter sono pronti, tagliandati, moffolati, termoscudati, puliti, assicurati, revisionati, gommati e chi piu ne ha ne metta. L’ultima domenica cinque collaudatori partono per un giro di un centinaio di chilometri, mentre io e il nat con altri due scooter raggiungiamo una baita di montagna a quota 1440 slm. A sera ci si ritrova e a parte piccole cose come frecce che non funzionano e forcelle assolutamente a fondo corsa anche da scariche, sembra che i motorini abbiano smesso di avere problemi gravi. Finalmente si vedeva un po’ di luce in fondo al tunnel della sistemazione dei mezzi. Ora restava solo da sistemare il problemino delle chiavi dei bauletti che non tutte funzionavano. Risolti tutti i problemi tecnici gia ero assolutamente contento. Intere giornate passate fra amici ad aiutarci, a scherzarci e sempre pronti a risolvere qualsiasi problema si presentasse con il sorriso stampato sulla faccia immancabilmente sporca di grasso. Mi sembrava di tornare adolescente. La data della partenza si avvicinava, tutto sembrava andare per il verso giusto ma pochi giorni prima del via la cosa che mi ha rattristato piu di tutti i problemi meccanici che si sono presentati insieme. La mia ragazza che doveva partecipare dividendo con me la guida del motorino ha problemi di lavoro e non ha piu la possibilità di accompagnarci. Una doccia gelata che smorza parecchia della mia euforia, tantè che il mercoledì mattina quando in ufficio si prospettava l’ombra dello stesso problema anche per me, tutto sommato non riuscivo a dispiacermi piu di tanto. Fortunatamente il mercoledì sera, ben oltre l’orario di chiusura dell’ufficio riuscivo a staccare la spina lavorativa e pian piano arrivare al campo base dove gia tanti eis piloti stavano caricando i bagagli per l’avventura.

Finalmente si parte. Inizio io a tirare il gruppo, alle 7 e mezza del giovedì mattina siamo su strada. Arrivati al primo bivio fuori dal paese mi fermo per la prima verifica e conta dei mezzi… uno due tre quattro cinque sei sette otto… e piu nessuno… aspettiamo un po e decido di tornare a vedere che succede. Arrivo al campo di partenza e gia uno scooter fa gli scherzi e non vuole accendersi. Cambio di candela veloce e ecco che riprende vita… al volo ci si rimette in sella e finalmente il serpentone formato dagli undici cessi delle poste e dal laverda zundapp che ha deciso di aggregarsi a noi anche non avendoci mai visto, riesce a mettersi lentamente in movimento. Passano i chilometri e si arriva alla prima sosta per la benzina. Un caos totale, tre scooter da una pompa, 2 dall’atra gli altri che aspettano… ALT, fermi tutti. Un pò alterato richiamo tutti all’ordine e detto legge sui rifornimenti; tutti in fila, uno dietro l’altro pronti a rifornire. Uno mette benzina, uno fa l’aggiunta di olio e uno alla fine va a pagare alla cassa. Detto, fatto. Non ci sono stati piu problemi ai rifornimenti, e tutto è filato liscio fino all’arrivo al raduno. La strada è stata fatta in due giorni, il primo di 330 km, il secondo di circa 250 km. Io sono stato quasi sempre in fondo al serpentone. Era bello vedere tutti gli undici motociclisti in fila, ordinati, con un cuore grande che avanzavano lentamente ma assolutamente decisi e motivati ad arrivare alla metà. Del viaggio non c’è molto da raccontare, forse è andato tutto troppo bene, troppo liscio… Al piano si procedeva a cinquanta all’ora, in salita a 25 e in discesa anche a 70…

L’arrivo al raduno è stata un’emozione unica. Tutti parcheggiati fuori dal recinto, tutti sorridenti, soddisfatti, devastati fisicamente dai km di strada e dalle ore di guida. Gli abbracci e le pacche sulle spalle, gli occhi lucidi e la lacrimuccia che scende sulla guancia. Subito a prendere il braccialetto e nemmeno il tempo di dirlo ed eccoci tutti nella “buca” farsi il primo giro è qualcosa di magico. Sei li, in sella al tuo mezzo. Non c’è fretta, nessuno si aspetta nulla da te eppure sai che chi ti sta guardando dai bordi della fossa ti ammira e ti rispetta ed è li pronto ad aiutarti nel momento del bisogno. Lentamente fai il primo giro, alzi gli occhi e vedi centinaia di tende illuminate dai falò. Centinaia di moto elefantizzate provenienti da ogni parte d’Europa. Quest’emozione è troppo grande da descrivere. Sarà scontato, ma l’unica cosa che mi viene da dire è che questa emozione dovrebbero provarla tutti i motociclisti almeno una volta.

Il nostro accampamento un po per sfiga un po per fortuna è stato messo all’esterno del recinto del raduno. Sfiga perche eravamo a 2 km dalla buca, fortuna perché eravamo nel prato di un’albergo che ci ha lasciato lo spazio, ci ha dato la legna, ci ha dato il braciere, la motosega e il cul… a no, quello per fortuna non l’abbiamo chiesto, ma dalla disponibilità che ci hanno dimostrato forse lo avrebbero anche messo a disposizione… oltretutto aveva un’ottima cucina, ottima birra. Il campo eis era così disposto: una tenda della protezione civile da una dozzina di posti, due tende piccole, una specie di stufa per grigliare e far polenta, un braciere, un tavolino alcune sedie e una enorme balla di paglia.

Stare tutti attorno al fuoco, scherzandoci sul viaggio, sorseggiando un grappino mentre il freddo tagliava le guance era un’impresa, ma per stare vicini ai compagni di viaggio avremmo fatto questo ed altro. Ogni istante era buono per sentire la frase: “Andiamo in buca?” e io non me lo facevo mai ripetere piu di due volte, infatti alla fine del raduno sono restato appiedato a 2 km dal raduno perché ero restato a secco… e dire che il pieno l’avevo fatto direttamente li con una tanica. Non male considerando che in genere con un pieno si sfioravano tranquillamente i 100 km!!! Ma si sa, in pista le moto consumano di piu….

La prima sera non ce l’abbiamo fatta a farci da mangiare… il ristorante ci ha sedotto con la sala riscaldata e non abbiamo resistito. Alla fine abbiamo fatto bene, visto che con meno di 15 euro abbiamo mangiato e bevuto birra in buona quantità.

La prima notte non è andata male, avevo 3 sacchi a pelo, uno leggero,uno medio e uno pesante, da usare eventualmente uno dentro l’altro. Ho iniziato con quello pesante e non ho avuto problemi, dormendoci dentro con l’intimo in micropile.

La giornata del sabato è iniziata verso le 9. un po di chiacchiere, il solito giro in buca e poi in molti dovevano fare bancomat e così nove degli undici scooter sono partiti per “farsi una banca” e con l’occasione per fare il pieno di benzina. Io con un eis meccanico sono stato al campo, per smontare e verificare un problema al comando del gas di uno dei cessi. Verso mezzogiorno mentre gli altri stavano tornando noi avevamo sistemato il problemino del gas e rimontato tutto a dovere. Era ora di far da pranzo… oggi la polenta ci stà , eccome se ci stà!!! Demando ad altri il compito di preparare le brace per grigliare la carne e io mi metto in un angolo con mio papà per fare la polenta. Quaranta minuti dopo era pronta, venuta benissimo anche se un po scarsina come quantità… pazienza…
Pomeriggio del sabato passato in buca, tra una gara con partenza tipo le mans, staffette con una fermata ogni 20 metri per una bevuta offerta da non si sa chi, giri di buca in 4 su uno scooter…. Abbiamo visto cose che….
Ci siamo sentiti molto orgoglioni ogni volta che qualcuno ci veniva incontro dicendoci che aveva letto della nostra impresa, ma che non credeva che lo avremmo fatto davvero.
La sera alla salita dalla buca arriviamo proprio in mezzo al momento piu solenne del raduno, il ringraziamento da parte degli organizzatori ed il ricordo degli amici motociclisti che ci hanno lasciato. In quegli attimi il ricordo dei nostri angeli custodi si è fatto vivo dentro di me, e sono convinto che ci hanno aiutato molto durante tutta questa pazza avventura.
La sera siamo tornati in ostaggio della sala del ristorante, gulasch suppe, cotolette, birra, birra, birra…. E poi tanta musica dal vivo che ci ha permesso di ballare fino allo sfinimento ancora tutti agghindati con tute caldissime e scarponi pesanti… prima di andare a letto solito giro in buca, con solito incontro di personaggi diversamente sobri. Alla risalita portiamo su una infermiera col suo uomo che ci ringrazieranno tantissimo.
La seconda notte è stata piu traumatica della prima. Il freddo era condito da un vento teso che si infilava ovunque. In qualche modo ho riposato, ma il dormire devo dire che è un’altra cosa. La mattina mi sono svegliato con addirittura le solette degli scarponi completamente ghiacciate, e la giacca che nell’indossarla aveva quella consistenza croccante che ti lascia a bocca aperta.
Si arriva alla domenica mattina, sveglia, colazione e… Giro in Buca…. Solo in tre scendiamo e il paesaggio è desolante… tutto gia smontato, ci saranno solo un decimo delle tende presenti la sera prima… il giro in buca è triste, ma nella testa il pensiero che risuona è questo: Io ci sono stato.
Si risale, lo smontaggio del campo è piu complicato del previsto per i problemi del vento. Si ritarda la partenza di un’ora. Si parte e dopo 2 metri ancora prima di uscire dal parcheggio ci si accorge di una ruota sgonfia. Si cerca una bottiglietta di fast, ma per il gelo non funziona. Si carica al volo sul carrello e via. 2 km dopo io resto senza benzina, cambio comunque la candela, butto il mio litro di riserva e via… al primo distributore tutti facciamo il pieno e si tira giu lo scoter dal carrello, la bomboletta di fast nuova fa il suo dovere e si riprende la strada tutti e undici.
Dopo qualche km un cesso rifiuta la marmitta e rischia di perderla per strada… si ripara al volo e il pensiero di tutti è che se va avanti così sarà un lungo viaggio di ritorno. Contro ogni previsione non ci sono stati piu inconvenienti e sfidando anche il meteo, che dava acqua e neve, arriviamo in austria asciutti ma intirizziti dal freddo e dal vento che ci ha accompagnato infastidendoci non poco. Purtroppo la sera per dormire dobbiamo spezzare il gruppo, ma per la cena ci ritroviamo comunque. Alle 22.30 tutti a nanna, la giornata del lunedì sappiamo che sarà lunga e non dobbiamo farci trovare impreparati. Sveglia alle 7.00, partenza alle 8.00. orari grossomodo rispettati da tutti e così facendo il lungo serpentone si avvia verso Innsbruk dove ci attende una mattinata soleggiata e calda, quasi fastidiosamente calda. La salita sul Brennero si fa in un lampo e arrivati a collinare troviamo una leggera tormenta che non ci intimorisce. Poco dopo smette di nevicare e qui il pezzo piu bello di tutto il viaggio è stata la discesa verso Vipiteno. Undici pazzi scatenati alla guida di undici cessi con il gas rivettato sulla posizione del tutto aperto… e così per 40 km… un gioco di scie allucinanti, quando eri dietro sembrava vere la capacità di andare molto piu veloce di chi precedeva, ma usciti dalla scia ci si rendeva conto che le prestazioni erano talmente uguali da non permettere alcun sorpasso. Arrivati a Bolzano sud abbiamo preso una nevicata di quelle giuste che ci ha accompagnato fino a trento. A laives uno scoter a dato problemi di cedimento, si bagnava la candela e rendeva difficoltoso il proseguimento… nonostante tutto è arrivato a casa senza provare a lasciarci a piedi. Appena ci siamo ritrovati tutti insieme nel cortile da dove siamo partiti la felicità era stampata sui nostri volti, arrossati e scottati dal freddo e dal vento, ma talmente felici ed increduli per quello che avevamo fatto convinti che nessuna parola potrebbe descrivere nemmeno lontanamente questi momenti.

Ancora adesso fatico a convincermi di esserci stato, di essere stato lassù, insieme ad altri fantastici amici e compagni di viaggio. Non riesco a capire come possa essere passato così in fretta il tempo… non mi sembra nemmeno di essere partito e invece siamo gia tornati…

Un ringraziamento a tutti i partecipanti e soprattutto agli undici cessi che ci hanno portato lassù e riportato a casa.

Grazie

Rolly

Ps: alla fine, ma non per importanza un grazie anche alle nostre famiglie-ragazze, che ci hanno permesso di poter dedicare tanto tempo ad un impresa così particolare. ;-)





EIS Report By Boltz e Kalla

Citazione:


Che cosa ci faccio qui?

Sono in Austria (o forse gia' in Germania, non lo so, sinceramente), l'alba sta illuminando un panorama di montagne e valli piene di neve, e' freddo, molto freddo. Sono in sella ad un mezzo a due ruote, no, non ha diritto di chimarsi moto: e' un scooter (o meglio sputer), il rumore non puo' trarre in inganno, e' un 2 tempi, 50cc, ovviamente a tutta manetta. Il che equivale a forse 55 km/h, 60 a essere ottimisti, ovviamente in piano. In salita le cose sono molto piu' lente.
Non sono solo: come me ci sono altri 10 amici, in sella ad altrettanti mezzi, su alcuni si legge ancora PT, in blu su un fondo giallo. Si, siamo su 50ini ex poste italiane, e stiamo andando verso l'Elefanten Treffen 2009.

Ognuno e' dentro il suo bozzolo di calore, di multistrati termici, di pensieri, di canzoni cantate dentro il casco, per far passare il tempo, di emozioni. Non riusciamo a parlarci, solo qualche sguardo incrociato nei rari sorpassi. Ma ci vediamo, davanti e negli specchietti, e siamo insieme. Pensiamo a quello che ci diremo nelle soste benzina (autonomia 70 km, piu' o meno), mentre si butta giu' qualche barretta calorica per recuperare l'energie, o pensiamo a come siamo arrivati qui, ai tanti fine settimana passati nel bocs degli Zan, a giocare ai piccoli meccanici.
Alle volte che abbiamo dichiarato chiusi e pronti i mezzi, per poi essere smentiti dalle prove su strada. A quante volte abbiamo dovuto smontare le plastiche, i 18 bulloni del carter (ma non ne bastavano 5?). Alle giornate belle, quando il lavoro andava avanti e a quelle difficili, quando dopo una giornata intera si faceva il conto, e c'era solo 1 mezzo (quasi) pronto per andare su strada. O pensiamo a come tutto questo e' partito: questa estate, su un bar, virtuale, il forum di www.bandit.it, ma pur sempre un bar. Dove, ovviamente, si chiacchiera. ElefantenTreffen: parola magica, ancora di piu' da quando Miki l'anno scorso c'e' stato e ci ha trasmesso la magia del raduno, e la voglia di provarci. Si, provarci, ma come: serve la moto giusta. La mia no, troppo pesante, non ho le gomme giuste, non ha protezione dall'aria (ma sara' poi tutto vero?), non voglio rischiare di rovinarla... poi Nat tira fuori l'idea dei 50ini vecchi da sistemare, poi saltano fuori questi cessi delle poste su ebay: 12 ad un prezzo ridicolo. Li sistemiamo e poi andiamo. Chi c'e'? Ed eccoci qui, si tira fuori la quota, e io e mia moglie Kalla siamo pronti a darci il cambio in sella ad uno sputer per i 600 km da Lodrone a Solla. Cosi', sono qui, e l'alba e' un pugno in faccia, verso cui tendo le braccia (sto cantando Guccini). No, le mani e' meglio lasciarle sul manubrio, questo coso non va dritto nemmeno a pagarlo, se mollo mani non oso pensare. La temperatura e' -7 gradi, ieri mattina era peggio, abbiamo visto i -9. Tutto intorno e' bianco di neve, le montagne del tirolo si dipingono del rosa del sole che sorge, la strada e' bagnata ma non c'e' ghiaccio: comunque abbiamo delle fantastiche gomme lamellari, che si dimostreranno splendide su neve e bagnato.
Ieri mattina siamo partiti presto da Lodrone, verso Tione, Trento e poi Bolzano e il Brennero: tutti e 11 in fila, tre auto (una con carrello, con alla guida Tataritcsh, l'unico che sa il tedesco) al seguito, come supporto in caso di guai, ognuno con i bagagli e sacco a pelo nel baule che una volta teneva lettere e pacchi. C'e' anche Carlo Zundapp, con una Laverda del '80 125cc, con motore che gli da il soprannome: sara' utilissimo come staffetta. Lui ha le marce, lo invidio tantissimo, e ovviamente velocita' piu' alta, quindi puo' restare indietro e dare indicazioni al gruppo.

In sputer, togliere il tuttogas anche per brevi istanti vuol dire perdere metri che si potranno recuperare solo alla sosta benzina o ad un semaforo. Penso al motore, a quel pistone grande come un bicchierino da grappa, che stiamo sfruttando al 100%, e che dovra' tenere per forse 40 ore: ce la fara'?

Vedremo. Per ora tutto bene, anzi benissimo. Alla partenza Bastardo (i cessi sono numerati da A di Ancheno a M di Minkione) fa le bizze, non si accende. Io e Nat ci guardiamo: se comincia cosi'... Ma poi il kick giusto lo fa cantare e allora via. I km si susseguono lenti, guida Kalla, poi le do il cambio, e poi ancora. Si va, buona media, 40 km/h comprese le soste, fatte solo per benzina. Cosi' arriva Trento, poi Bolzano: attraversare le citta' e' complicato, le tangenziali sono vietate per noi, quindi di deve passare per l'abitato, con il rischio di perdersi, ma siamo bravissimi, anche grazie alle ultre dettagliate istruzioni di Notturnia (come arrivare da Lodrone a Solla in 500 facili passaggi). Poi la salita del Brennero: e' il primo ostacolo, forse il piu' tosto. La velocita' scende: 50, 40, 35, 30, ma tutti salgono. L di Lurido e' partito con i cuscinetti che fischiavano, D di Dammela li ha nuovi, come l'albero: in teoria in rodaggio... Esticazzi sembrava avere le fasce piuttosto deboli, speriamo bene.

Quando arriviamo in cima, tutti, la gioia e' grande, enorme. Ce la possiamo fare, davvero! Io, NatZan, la mente dell'impresa, e suo fratello Rolly che i ha guidato nei lavori, ci guardiamo e ci diciamo una sola parola: "undici". Undici partiti, undici sul Brennero.

Certo, e' ancora lunga, ma nelle lunge giornate in officina ci eravamo detti, con un po' di scaramanzia, che portare 11 mezzi in Austria era gia' un successo enorme. Francamente temevo di perderne due.

Avanti! La discesa e' ripida: ad un certo punto vedo un mucchio di neve in mezzo la strada, bello alto. No, no, non finirci sopra, no! Lo tengo, lo tengo, lo TENGO! Sbam! Non l'ho tenuto: sono a terra. Mi alzo subito, nessun danno apparente, qualche botta ma le protezioni hanno fatto il loro lavoro. Giacca strappata su un gomito, una freccia partita e un parabrezza di Minkione (guida Ronnie) crapato: ma si aggiusta tutto.

Protezioni, gia': siamo in sputer, ma la pelle e' sempre la stessa e l'asfalto e' sempre duro. Quindi casco integrale, guanti, scarponi, protezioni ginocchia, anche, gomiti e spalle e paraschiena.

Si riparte: i km scorrono, passiamo Innsbruck e arriviamo al tramonto a Walchsee (o come si scrive) con 340 km alle nostre spalle, in 11. Meglio delle nostre previsioni piu' rosee. Notte in due alberghi e meritatissima birra e cena.
E siamo sempre qui, qualche km piu' avanti: se va tutto bene questa sera siamo in buca. L'entusiasmo ci tira avanti, anche se la stanchezza si fa sentire. Sbagliamo qualche strada, si allunga di qualche decina di km, che tradotti in tempo non e' mica poco a 50 km/h. Ma quando si inizia a vedere il cartello Solla, sembra che gli sputer vadano di piu': manca poco, pochissimo. All'utimo riformimento tataritch ha recuperato una enorme balla di fieno, da usare come isolamento per le tende, caricata sul carrello e' piu' alta dell'auto. L'ultima salita, ed e' veramente tosta: segnalata al 14%, per i cessi e' quasi un muro. Ma vanno su', la meta e' a portata di mano, forza, forza... ECCOCI!

Gli ultimi 2 km sono solo per i mezzi a 2 o 3 ruote, auto verboten. Si vede il recinto, mezzi di tutti i tipi parcheggiati lungo la strada, moto cariche di legna e paglia che vagano, carretti, vasche da bagno, slittini trainati da ogni mezzo a motore concepibile, e molti inconcepibili, prima di vederli dal vivo. L'accampamento e' una distesa di tende di ogni tipo, abbarbicate su pendenze assurde, vicinissime tra loro, con una quantita' di fuochi accesi, moto, sidecar parcheggiati ovunque. Mi immagino che l'accampamento degli Unni di Attila forse era simile a questa bolgia, mancavano le moto, ovvio, ma forse gli unni, potendo, avrebbero usato i mezzi che vedo parcheggiati o vagare con fracasso ovunque. Razzi e fuochi d'artificio si alzano da tutte le parti, non c'e' una regia, o una organizzazione, pura anarchia. Gente che beve, gente che vaga, gente che lavora sulle moto, altri che ridono e cantano, ma non riesco a descriverlo, davvero. Bisogna esserci: e noi ci siamo.

Quello che vedo e' tutto vero, sta accedendo davanti a me, ma non riesco a non pensare che sto vivendo in un mondo diverso, dove la realta' e' sospesa. Magari questo tedesco vestito di pelli non conciate di fronte a me, che beve grappa da una bottiglia in sella ad un sidecar ornato di teschi di animali e' uno stimato professionista, ha moglie e figli, una casa e un mutuo. Ma oggi e' qui, cosi', ed e' felice. E lo sono anche io, felice di essere qui, di farne parte, non come protagonista, nessuno lo e' qui, ma sono a portare un pezzetto, un pizzico di follia da aggiungere a quella collettiva solo per il fatto di essere qui.

Entriamo, c'e' una strada ghiacciata in discesa che scende alla buca, detta anche l'arena. Ovviamente ci fiondiamo, siamo qui per questo: la discesa e' uno spettacolo. Ghiaccio e fango, il cesso si intraversa tutto, ma arriviamo in fondo. La buca e' un anello, con 30-50 cm di neve fresca: intorno tende di temerari, che vengono sfiorate da tutti i mezzi che girano. Alcuni lenti, con attenzione, altri a cannone, con derapate, cadute e voli spettacolari. Tutto attorno una bolgia di persone che gridano, incitano, bevono, ridono, aiutano a ripartire o a rialzarsi, offrono da bere, parlano un sacco di lingue sconosciute ma ci si capisce benissimo lo stesso.

Intanto di monta il campo, fuori del recinto, per il nostro tendone non c'e' piu' posto dentro. La notte e' dura, il freddo e' forte, forse -8, non lo so. Certo che la mattina dopo la birra e' un blocco di ghiaccio, come quasi tutto il resto. Ma che importa, di nuovo in buca. Questa volta siamo tutti e 11: in molti si girano a guardarci, a parlarci e noi raccontiamo volentieri, con grandi gesti quando le parole mancano. Poi e' tempo di fare un po' gli scemi: cessi allineati da una parte, noi dall'altra e partenza tipo endurance, e via a girare, piu' forte che si puo'. Ci sono 11 cessi ma 12 piloti, quindi c'e' anche la lotta iniziale per prenderne uno: la spunta Nat su Babi, ma poco male. Babi fara' forse piu' giri di tutti in buca, tanto che il suo richiamo "Andiamo in buca?" diventa un tormentone. Davis, campione di supermotard, da' spettacolo, girando a velocita' folli, ma anche Giuspe, su Ibrido non e' da meno. La fatica di girare e' notevole, e ci riscaldiamo subito, anzi, abbiamo proprio caldo! Jarod, Topesio (arrivato da Napoli, come Giuspe), Sogliola (che fa fatica a trovare posto per i suoi piedoni sulla pedana), Kiki, Ronnie, Snail, Notturnia, Kalla e io tutti giriamo e ci divertiamo come pazzi. Anche Zundapp prende a prestito un cesso e inizia a girare a tutta manetta, facendo dei numeri da circo, finche' un passante gli scippa il bauletto con una manata. Poco male. Giro anche per BabboZan, che ci ha accompagnato fino a qui con un pickup di supporto. Ci offrono da bere da tutte le parti, o noi ricambiamo con le favolose grappe di BabboZan, ma attenzione. Prima, all'uscita, la polizia mi ha fermato e fatto fare l'alcol test: 0.10 con un limite di 0.25, quindi nessun problema. Ma il messaggio e' chiarissimo: dentro il recinto puoi fare quello che vuoi, ma appena esci non si scherza, questo e' il mondo reale. Messaggio ricevuto. Se si beve, si lascia lo sputer parcheggiato nel recinto e si esce rigorosamente a piedi.

Entusiasmo, ma anche fame! E allora a mangiare, polenta di Storo e carne alla piastra: che fame, e che freddo! Ci sta' un giro a piedi, perche' voglio vedere e fotografare da vicino tutto e tutti. E c'e' davvero tanto da vedere: persone, accampamenti, moto, follia. Le piu' belle non sono quelle costose, che pure ci sono, ma quelle dove si vede il lavoro e la fantasia del proprietario, e si immaginano i progetti, e le serate in bocs per tagliare, montare, smontare, inventare. Ci riempiamo gli occhi e la testa di tutto, proviamo a metterne un pezzo anche nelle macchine fotografiche, ma e' difficile riprodurre l'atmosfera, quella restera' solo dentro chi c'e' stato.

Altra notte e poi si riparte: tiriamo su il campo e poi per strada. La partenza e' lenta: Ibrido ha forato, e il fast e' ghiacciato, quindi via sul carrello. Poi Lurido fa le bizze, la candela o piu' banalmente e' a secco. I giri nella buca pesano parecchio sui consumi, che su strada sfiorano i 35 km/l. Piu' avanti si ripara la gomma ma poi c'e' un problema ad una marmitta, riparata anche questa. Il tempo e' favorevole: freddo, ma c'e' un pallido sole. Di nuovo 11 amici, legati ormai da una complicita' che nasce dall'aver condiviso tanto, soli, ma insieme, che corrono a 50 km/h nella campagna tedesca, in mezzo a campi innevati. La strada e' bagnata, l'aderenza cosi' cosi'. Ogni tanto si getta uno sguardo sui campi pieni di neve, forse sarebbe meglio correre li', magari si va piu' piano, ma ormai ad andare sulla neve a tutto gas (per quello che si puo') abbiamo imparato bene, e sicuramente e' piu' divertente.
Poi si avvicinano le montagne del tirolo, ecco un passo con le pareti di roccia che rigurgitano cascate di ghiaccio incredibili e siamo di nuovo in austria, negli stessi hotel dell'andata.

Ultimo giorno, si carica, e via. I cessi continuano a comportarsi in modo magnifico: il nostro, C come Collione, e' sempre partito con il primo calcio di kickstart, anche dopo una notte al gelo. Non pensavo ci si potesse affezionare tanto ad un mezzo cosi' brutto...
Ecco il brennero, il tempo e' bello, a Innsbruck fa caldo (+8), ma quassu' c'e' una piccola bufera di neve, e tanto freddo. Tempo peggiore ci aspetta piu' avanti, ma dopo il passo la discesa verso Bolzano e' uno spettacolo, con 11 incoscenti che fanno un gioco di scie e sorpassi incrociati alla folle velocita' di 60, 65 forse piu' km/h degna dei finali di 125 GP. Poi da Bolzano il tempo peggiora: neve, che si attacca sul parabrezza e non fa vedere niente, e poi le candele iniziano ad avere problemi su quasi tutti i mezzi: forse si bagnano, forse l'ultima benzina non era perfetta, non lo so. Certo che le fermate sono piu' frequenti, cambiamo 2/3 candele, il freddo e' tanto. Decidiamo di allungare per Rovereto, temiamo ancora piu' neve per Tione. Non so se e' era vero, ma piu' giu' la neve cambia in pioggia: l'attrezzatura regalataci dalla Tucano tiene a meraviglia, ma attraverso i parabrezza non si vede niente. Altre fermate, altre candele. Inizia ad essere tosta. Da Rovereto arriviamo a Riva, ormai siamo in due gruppi distinti, con i mezzi che hanno avuto problemi indietro. La salita in Val di Ledro e' lunga, e lenta. Qui piove, ma la neve e' sulla strada. Guida Kalla, e io dall'auto di supporto aiuto i mezzi che si fermano. Li vedo correre su queste strade piene di neve bagnata e mi spavento, ma loro vanno, le gomme si stanno dimostrando fantastiche: il problema e' la visibilita'. Siamo quasi arrivati, mancano forse 8 km. Dopo un tornante, Dammela (Jarod) si ferma: il motore gira, ma l'acceleratore sembra bloccato. Proviamo a sbloccarlo ma niente: forse si e' ghiacciata la ghigliottina del carburatore. La delusione di Jarod e' tanta, ma ormai e' tardi, siamo quasi arrivati, decidiamo di carrellare il mezzo e via cosi'. Se fosse successo prima avremmo aperto il carburatore e probabilemte risolto, ma adesso...
Altri 3 km ed' e' "sa l'Hostia" a fermarsi, e Nat quasi non ci crede. Sembra defunto, gia' faceva una grande fatica prima: forse le fasce. C'e' anche G-punto di Babi, che ancora va. Nat e Babi salgono insieme per gli ultimissimi km, da fare per strade di campagna, pur di arrivare, Nat e' disposto a spingere. Intanto alcuni sono arrivati, ma 3 mancano all'appello! Oh, no. E' una ecatombe! Ma e' possibile! Li ritroviamo, e' solo finita la benzina, la voglia di arrivare ci ha fatto sperare che potesse bastare, ma non era vero. Ok, questo si risolve, c'e' in ogni cesso 1 litro di emergenza nel sottosella. Quindi via, ultimi km. Eccoci. Quasi! Ecco uno sputer, poi due. E' il terzo??? Torna indietro a cercare: anche lui senza benzina a 500m dall'arrivo. Ok, vogliono farci soffrire. Ma alla fine siamo tutti alla base di partenza, stanchi, distrutti, infreddoliti, ma la gioia e la commozione e' grande. Ce l'abbiamo fatta. Siamo andati e tornati. Per curiosita' o testardaggine proviamo a vedere i 2 cessi fermi, e uno riparte subito, l'altro dopo cambio candela... Va bene, va bene cosi'.

E' stato bello, bellissimo. Avremo dentro di noi questo ricordo che credo indelebile, per i posti, il viaggio, il traguardo e, soprattutto, l'amicizia e la passione che ci hanno portato fino a qui. Che cosa ci faccio qui?

Ecco.

E.I.S. Elefanten In Sputer. Elefanten-Treffen 2009

Boltz e Kalla su Collione

eho, son le corse!
Aspetto che il panico cresca, quando la paura si tramuta in visioni celestiali...inizio a staccare ...
-Kevin Schwantz-
Chi beve acqua ha qualcosa da nascondere
ErzbergRodeo 2011 n. 1056

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