# 2 ≡ Re: Caschi: articoli e link utili
Ok mi sono letto tutto l'articolo di MotorcyclistOnline:
Design, standard, and Head protection. Il pezzo è notevolmente interessante e in pratica è il riassunto di un test fatto da loro (Motorcyclist è una rivista americana/inglese, e dalle reazioni suscitate dall'articolo suppongo abbia un notevole credito o perlomeno diffusione) in contrapposizione a quelli eseguiti dagli standard di omologazione che si svolgono in Europa e negli USA, più lo Snell (certificazione privata di cui si fregiano diverse case per affermare che i loro standard di sicurezza sono migliori di altri).
I risultati dei test, realizzati secondo criteri differenti dalle normali omologazioni (ma molto simili allo studio europeo COST 327, i cui parametri sono destinati a soppiantare l'attuale normativa ECE) fanno pensare, e potrebbero anche lasciare sbalorditi: riassumere tutto il contenuto dell'articolo è un lavoraccio, se avrò tempo e voglia e se l'argomento interessa magari mi cimenterò in futuro, ma per incuriosirvi ulteriormente mi limito a semplificare facendo una summa dei risultati: in pratica Motorcyclist prende come parametro 'valido' la capacità di un casco di assorbire l'urto esprimendolo in Gs, ovvero il rapporto tra l'accelerazione (G) a cui viene sottoposto il cranio durante un impatto, e la durata (s) di tale accelerazione. Il risultato dei vari test è appunto questo valore.
La cosa sorprendente è che questi test evidenziamo come il casco più economico del lotto, lo Z1R ZRP-1 che si trova negli USA a 79$, e con l'omologazione considerata più 'scarsa' (la DOT) è quello che ottiene il valore di Gs inferiore di tutti. Mentre i caschi in fibra omologati Snell delle case più prestigiose e dal costo spropositato, come gli Arai (giusto per citare una marca famosa anche qui in Italia), ottengono i valori più alti di Gs.
Fermo restando che, come cita l'articolo, tutti i caschi testati risultano sicuri (loro considerano come valore accettabile un Gs inferiore a 250, e il 'peggiore' arriva a 211), uno sguardo d'insieme ai risultati sembra indicare che i caschi in policarbonato sono più sicuri di quelli in fibra. E che i caschi omologati DOT sono più sicuri di quelli omologati Snell. E che i caschi più economici sono più sicuri di quelli più costosi.
L'articolo contiene poi la risposta della Snell la quale contesta i parametri utilizzati per effettuare questi test della rivista MotorCyclist. I cui test, è da notare, sono stati fatti proprio contestare i parametri dei test di omologazione e di certificazione, con particolare attenzione a quelli Snell, considerati da loro 'fuorvianti' perchè irrealistici.
A chi mastica l'inglese consiglio seriamente di spendere un po' di tempo su questo articolo. Non so se contiene una verità assoluta, ma già il fatto che qualcuno si sia interroganto sul discorso sicurezza/brand mi rallegra alquanto. E che la Snell nella sua risposta tra i motivi per non dare credito a questi test annoveri un certo orgoglio di essere americani, orgoglio secondo loro ferito da questo articolo, mi fa molto pensare. Molto.
Good reading